mercoledì 28 aprile 2010

Teglia di carciofi, riso e patate

"Mi mancano le tue stroncature. A quando la prossima?"
La sempre diletta Tania mi ha chiesto ieri quando penso di metter mano alla mannaia onde fare in briciole la serie, il libro o il film di turno. Cosa che, sostiene, mi riesce particolarmente bene e la mette spesso di buon umore. A giudicare dai commenti privati e non, pare anzi che i pezzulli in cui do libero sfogo al piacere della stroncatura siano i prediletti di una ricca fetta di visitatori. Non so se ciò significhi che son particolarmente bravina come critica a tempo perso, oppure che le mie ricette fan talmente schifo da spingere i gentili lettori a suggerirmi garbatamente di dedicarmi ad altro. Nel dubbio non mi astengo e propongo una pietanza che, nonostante le foto le rendano scarsamente giustizia, mi è venuta benino. Spero che Tania si accontenti: nel frattempo le prometto una semi-stroncatura (ma potrebbe essere pure un semi-panegirico, in effetti) per il weekend, sempre a patto che il lavoro mi lasci un briciolo di tempo. Ma veniamo al dunque.

Ingredienti:
cinque carciofi
cinque patate
due cipolle
una manciata di capperi sotto sale
tre etti scarsi di riso da risotti
un etto di pecorino fresco tagliato alla julienne
olio quanto basta
limone
un cucchiaio di brodo vegetale granulare biologico
pepe
un bel po' di pazienza, perché fra preparare i vari ingredienti e le operazioni di cottura se ne vanno un paio d'ore

Preparazione:
in primis pulite gli ameni carciofi nel solito modo: se putacaso siete capitati su questo sito casualmente e non avete avuto il dispiacere di cibarvi le mie spiegazioni su come si acconcia la tosta verdura, vi rimando alle ricette carciofesche già pubblicate. Non buttate i gambi, bensì toglietene la parte esterna più dura e fateli a rondelle ché vi serviranno per condimento. Una volta puliti, fate i carciofi a fettine larghe meno di mezzo centimetro e lasciate il tutto a bagno nell'acqua addizionata con limone.
Sbucciate e affettate le patate, badando che le fette siano pure loro spesse meno di mezzo centimetro, e mettete a bagno pure loro così si leva l'amido in eccesso.
Acchiappate quindi una bella teglia antiaderente, mettete sul fondo un filo d'olio e adagiatevi le fette di patate, che provederete a condire con altro filo d'olio, pepe e un po' di capperi preventivamente dissalati sotto l'acqua corrente.
Scolate le fettine di carciofo e le rondelle di gambo e mettete pure loro a fare strato su quello di patate, condendo pure loro con olio, un po' di pepe e qualche cappero.
Come ultimo strato mettete il riso, coprendo per benino i carciofi e facendo in modo che sia uniforme giacché ciò aiuterà la cottura. Sciogliete quindi il brodo granulare in due capaci bicchieri di acqua tipieda e versateli con garbo nella teglia (il liquido dovrà arrivare più o meno a filo con lo strato di carciofi).
A questo punto coprite la teglia con il consueto coperchio di vetro e mettete sul fornello a fuoco medio. Per cuocere, la pietanza ci metterà un'oretta e vi toccherà sorvegliare di tanto in tanto che l'acqua non si sia asciugata del tutto, nel qual caso ovviamente va aggiunta fino a cottura. La quale cottura, ovviamente, sarà completa nel momento in cui il riso sarà al dente, il che darà il segnale che sia i carciofi che le patate son diventati ben tenerelli.
Quando vi accorgete che la pietanza è lì lì per esser pronta, accendete il forno a 200°. Quindi spegnete il fornello, togliete il coperchio e irrorate la superficie con il pecorino alla julienne fino a coprirla tutta. Acchiappate poi la teglia con due presine ben spesse e mettetela nel forno per qualche minuto, ovvero fino a quando il cacio ha fatto la crosticina.
Fatto ciò, siete pronti per servire. Portate la teglia direttamente in tavola, porzionate, raccomandate agli ospiti di aspettare un paio di minuti a meno che non siano feticisti delle ustioni e poi, serenamente, mangiate.
La teglia di carciofi, per inciso, è ottima anche fredda e il giorno dopo risulta ancora migliore. Approfittatene quindi per farne ricca dose e servitela anche il giorno dopo, stavolta come antipasto anziché come piatto unico: vedrete che i commensali apprezzeranno, e apprezzerete pure voi.

Nessun commento:

Posta un commento

Paperblog