sabato 16 ottobre 2010

Jessie goes on holiday, part 1: perfida Londra

Pare strano, ma anche noi di tanto in tanto si va in vacanza.

A questo giro, poi, grande evento: due capitali europee.

Sarà per quello che la Sfiga, la quale come è noto ci vede benissimo, ci ha dedicato attenzione particolare.

A seguire, qualche piccolo consiglio che potrà essere utile a chi prossimamente voglia organizzare un soggiorno in quel della capitale d'Albione. Che con noi, come da titolo, è stata perfida.

1. Forse non lo sapete, ma i lavoratori di sua maestà britannica ultimamente sono in subbuglio causa una ricca serie di tagli annunciati dal governo. Sicché al nostro arrivo ci ha accolto il primo sciopero della metropolitana dall'era Thatcher o giù di lì. Lo sciopero, che era previsto lunedì 4 ottobre ed è stato annunciato due giorni scarsi prima, è in realtà iniziato la domenica pomeriggio, pertanto abbiamo fatto appena in tempo a prendere la metro per raggiungere l'hotel. I prossimi sono previsti per il 2 e 29 novembre: se avete in programma un viaggio, regolatevi di conseguenza. E sappiate che le celeberrime fasce di garanzia in Albione sono non pervenute.

2. Voi direte: ma che importa se non funge la metro, tanto ci sono gli autobus e si sa che in un paese civile passano in orario e con frequenza.
Scordatevelo.
I bus passano sì, ma se non avete l'improbabile fortuna di prenderli al capolinea, potete metterci una croce sopra: non vi faranno salire, perché a qualunque fermata successiva al capolinea saranno già troppo pieni. Per troppo pieni intendesi autobus con tutti i posti occupati e qualche passeggero in piedi: ciò perché i famigerati bus a due piani hanno notevoli problemi di equilibrio, e se effettivamente pieni alla prima curva rischiano di cappottarsi. Una ditta italiana sta fornendo l'Inghilterra di quegli ameni autobus snodabili, che a quanto ho visto rappresentano attualmente un 2% scarso del totale.
Conseguenza è stata che sono riuscita a vedere a malapena un'ala della National Gallery, e per arrivarci ho percorso quasi quattro miglia a pedagne. E no, non è stato bello.

3. Dolore ai piedi a parte, la National Gallery è meravigliosa. E poiché appartiene al popolo britannico, è pure a ingresso gratuito. All'ingresso troverete una piccola teca dove lasciare un obolo: non tirate dritto, o vi si parerà di fronte il fantasma dell'ammiraglio Nelson che vi fissa con occhi di bragia. E dietro avrà la sottoscritta che vi minaccia con la sua padella migliore, quella con il fondo spesso. Non fate quella faccia: all'interno troverete bellezze assolute come Il ritratto dei coniugi Arnolfini di Van Eyck e Venere e Marte di Botticelli, per cui non è proprio il caso di essere tirati.

4. Se putacaso vi viene un attacco di fame e volete trattarvi bene, dirigetevi quindi alla National Portrait Gallery (che merita pure essa, ed è pure essa a ingresso gratuito) e prendete una trafila di ascensori fino all'ultimo piano. Lì c'è infatti titolato ristorante, con vetrata a giorno con vista sui tetti di tutti i principali monumenti di Londra. Il pasto, servito da camerieri civettuoli che sono lì apposta per farvi sentire delle scolopendre, vi spellerà il portafogli, ma ne vale la pena. Abbiate cura però di non mangiare nient'altro fino al giorno dopo, perché dopo i primi tre bocconi sentirete il fegato che bussa affranto per chiedere di uscire: a noi non è bastata la passeggiatella di tot miglia fino all'hotel per digerire. Sconsigliatissimo prendere il vino, primo perché - come giustamente osserva mia cugina Annuska, la quale ci ha offerto il pranzo in detto ristorante (e noi abbiamo pianto calde lacrime per il suo conto in banca) - bere del vino in Inghilterra non ha questo gran senso, e non da ultimo perché anziché una spellatura del portafogli vi attende un infarto secco al momento del conto: bevetelo a casetta vostra che fate meglio.

5. Se non volete patire mal di piedi in caso di sciopero, la migliore soluzione sono i minicab. Non i taxi intesi come black cabs (peraltro scomodissimi), bensì i minicab, che costano un terzo dei taxi e sono di gran lunga più comodi. A seconda del tragitto, purché in centro, e del traffico, che in caso di sciopero è ovviamente mostruoso, la tariffa varia in genere dalle 15 alle 30 sterline (fatevi fare un preventivo prima perché non hanno il tassametro). E vi assicuro che mai soldi saranno più ben spesi. Per prenotarli affidatevi al personale della vostra struttura ricettiva, oppure dare un'occhiata qui.

6. Quanto alle strutture ricettive, il consiglio è di prendere almeno un tre stelle perché nelle famigerate topaie londinesi si rischia di passare una notte nella poco amena compagnia delle cimici (chi ritenesse ciò una leggenda metropolitana si beccherà un infartuccio quando avrà modo di vedere certe simpatiche pubblicità che sui mezzi pubblici promuovono disinfestazioni ad hoc a prezzi interessanti). Di alberghi ovviamente ne troverete a iosa, io vi consiglio quello dove siamo stati l'amato bene e io: il London House Hotel, che si trova a un tiro di schioppo dalle fermate metro di Bayswater e Queensway e pertanto in posizione comodissima per raggiungere musei e monumenti vari (se la metro funge, ovviamente). Le stanze sono piccolette come sempre a Londra, ma assai ben curate, e i bagni hanno ottimi sanitari e doccia ampia con acqua calda a volontà. Le fanciulle alla reception sono garbatissime - abbiamo avuto problemi, ça va sans dire, solo con una receptionist francese il cui quoziente intellettivo era quello di un lombrico all'ultimo stadio dell'alcolismo - e molte di loro, dettaglio non da poco per tanti connazionali che hanno un tasso di analfabetismo linguistico tanto alto quanto malamente gestito, parlano un ottimo italiano. Dai pizzi abbondano ristorantini etnici, negozi vari e, nel caso dovesse malauguratamente servire (come è successo a noi causa febbrone dell'amato bene), una farmacia aperta tutti i giorni fino a mezzanotte. La tariffa per una doppia si aggira sulle 95 sterline colazione esclusa, il che con il cambio attuale offre un rapporto qualità/prezzo non trascurabile. In più troverete in stanza un bel bollitore con tanto di bustine di tè e zucchero, cosa santa nel caso vi siate beccati una di quelle belle piogge per cui Londinium va famosa.

7. Trovato da dormire, s'ha da trovare dove mangiare: e noi vi possiamo consigliare dove non andare. Nello specificio il Kahn's Palace, il peggior ristorante indiano in cui sia incappata durante la mia feconda e ultradecennale relazione con la cucina del subcontinente in Italia e all'estero. Chi ci ha condotto lì ha presentato il loco dicendo "l'unico problema è che sono evidentemente talebani, perché la carne è halal". Sulla talebanità non posso esprimermi, ma il cuoco senza dubbio veruno meriterebbe un lungo soggiorno nella Torre di Londra. Per della carne tandoori cucinata in modo pessimo, riso molliccio, legumi iperspeziati (quasi a voler coprire magagne degli ingredienti) e un salted lassi a dir poco terrificante abbiamo speso poco meno di 70 sterline. L'emesi notturna, omaggio.

8. Come si sa, i prezzi sono alquanto più alti che da noi, soprattutto per alcune categorie di merci: la catena di discount Tesco, presente ovunque e aperta fino a tardi (questo sì un segno di civiltà), vi eviterà di infliggere un colpo mortale alle vostre finanze. Avrete comunque modo di scoprire perché i britannici quando vengono da noi mangiano frutta e verdura peggio degli ungulati: le mele costano 35 pence, le banane una sterlina. Al pezzo.
Se poi malaugurantamente vi foste dimenticati il maledetto adattatore per le prese (cosa che non è accaduta a noi, perché l'amato bene ne ha come è ovvio uno universale per le destinazioni più varie, Australia e Giappone inclusi), niente paura: i negozi di souvenir ne hanno a iosa.

9. Sfatiamo un mito: il londinese cafone che fa finta di non capirti non esiste, o se esiste è assai ben nascosto. Questo perché c'è un tale tasso di immigrazione dai posti più diversi, la quale in genere va ad arricchire le fila degli esercizi commerciali, che chiunque o giù di lì si mostra comprensivo. Va detto che spesso il difetto, e lo dico per personale esperienza, sta nei nostri connazionali, i quali si risentono quando ad esempio chiedono in italiano se il ristorante fa il riso alla cantonese e la povera cameriera sinobritannica anziché rispondere alza con disperazione gli occhi al cielo.
Detti connazionali farebbero a mio giudizio cosa buona se prima di andare in vacanza in Inghilterra imparassero un paio di vocaboli: non è detto che ci sia sempre qualcuno del Bel Paese che, mosso a compassione dalla disperazione della cameriera, si metta lì a fare da interprete, e traduca tutto il menù. Farebbero pure bene a rendersi conto che a seconda del paese in cui approda la cucina cosiddetta etnica si adatta ai gusti del cliente: se proprio vogliono il riso alla cantonese con piselli e prosciuttino a daducci si portassero il pacchettino da casa, ed evitassero di stressare cameriere e connazionali vacanzieri. Gliene saranno grati.

10. Se siete fan di Dylan Dog, sappiate che Craven Road esiste. Prima di andare lì e batterla metro per metro sappiate pure che evidentemente non vi dimora, perché non ho visto spilungoni in camicia rossa o singolari bassotti baffuti aggirarsi dai pizzi e i rari campanelli che ho udito facevano drrriiiiinnnn e non uaaaaaaargh. La prova ultima del fatto che si è saggiamente trasferito in altri lidi la troverete a Trafalgar Square: il suo galeone, terminato in ogni dettaglio, troneggia nella boccia di vetro che vedete nella foto di apertura. La quale è l'unica e sola che abbiamo scattato.

Sintesi del soggiorno: uno sciopero, un febbrone dell'amato bene, un'intossicazione alimentare per entrambi, bellezze visitate all'attivo un pezzo di museo. Tocca tornare. E c'è il rischio di farlo con soggiorno molto prolungato: l'amato bene ha avuto un'offerta di lavoro. Non è di quelle alla Don Corleone che non si possono rifiutare. Più che altro sembra una offerta alla Disney, visto che è in ballo un bel sacco con il dollaro sopra, stile Bassotti.
L'amato bene sta valutando, e io con lui.
Ma questo fra parentesi.
Prossima puntata: rotta verso Parigi, con altri tips&tricks.
Stay tuned.

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