venerdì 2 marzo 2012

Polenta espressa con i funghi

Ragazzi, mi vergogno.

Non che a qualcuno possa interessare che codesto blog venga trascurato, però mi vergogno lo stesso. Oltre agli strati di muffa di queste pagine, il visitatore che passa di qui e garbatamente mi lascia un commento si deve pure scontrare con la maleducazione - involontaria, per carità, ma come dicono gli stellestrisciuti innocence is no excuse - della sottoscritta, che se risponde lo fa dopo mesi.

Pertanto mi verso una palata di cenere sulla zucca (metaforica, ché mi son lavata stamane i capelli ed essendo gli stessi parecchio lunghi non c'ho il fegato di affrontare due volte nello stesso giorno la tortuna del phon), do un'altrettanto metaforica pedata alla mia proverbiale pigrizia e, profittando del fatto che il mio amato bene more solito tornerà dall'ufficio a orario improbabile, vi propongo questa ricettella che sarà forse adatta all'uopo, giacché mi si dice che il tempo questo weekend, mannaggia a lui, virerà di nuovo verso il freddo.

Detta ricetta è stata da me sperimentata nei giorni di quella bella nevicata che ha coperto la Capitale, ha messo in evidenza la bontà della macchina organizzativa dell'amministrazione comunale e ha fatto altresì modo che amici e parenti si scatenassero ai fornelli facendo polente assortite una sera sì e l'altra pure, postando appetitose foto su quel noto social network e facendomi venire un pititto lupigno ogni sera al ritorno da lavoro. Pititto lupigno destinato a rimanere insoddisfatto, giacché pure la sottoscritta torna a casa a orari improbabili, e mi era ben noto che per fare la polenta devi stare ai fornelli come un baccalà a rimestare per un'ora buona.

Poiché però si sa che miseria e fame aguzzano l'ingegno, nonostante la già citata pigrizia mi son messa a cercare per ogni dove se fosse possibile preparare la pietanza senza stare a guardia del paiolo stile strega del Macbeth. E son stata assai lieta di scoprire che sì, è possibile, e che i risultati sono sorprendenti.

Ringrazio pertanto la contadina del mio paesello che mi ha illuminato, e vi metto a parte di questo metodo geniale che costa zero fatica, e vi permetterà di servire una polenta comme il faut senza che vi vengano due avambracci da fabbro ferraio e in un'oretta o poco più di tempo.


Ingredienti & strumenti

Per la polenta:

250 grammi di farina di mais
un litro d'acqua
sale quanto basta
una pentola antiaderente con il fondo bello spesso
coperchio di vetro atto a coprire la precedente
un colino o setaccio a trama fitta
frullatore a immersione (facoltativo, ma utile assai) o una frusta


Per il contorno:
300 grammi di funghi orecchioni, o pleurotus che dir si voglia
uno spicchio d'aglio
un paio di cucchiai d'olio
un cucchiaino da tè di brodo vegetale granulare di quello buono
padella capiente e antiaderente
adeguato coperchio di vetro

Preparazione:
mettete il litro d'acqua nella citata pentola, coprite con il coperchio di vetro e mettetela su fuoco vivace. Solo dopo che si è messa a bollire aggiungete il sale (sennò per far alzare il bollore rischiate di mettere il muschio) e attendete che riprenda a borbottare con gagliardìa.

A quel punto fateci cadere a pioggia la farina facendola passare attraverso il colino o setaccio e, onde evitare la formazione dei grumi malefici, girate il composto con la frusta oppure impiegate il frullatore a immersione facendo attenzione agli schizzi bollenti.

Scrutate quindi con somma attenzione la superficie: non appena vedete il primo "pop!" abbassate la fiamma al minimo, coprite con il coperchio di vetro e lasciate la pentola in pace senza toccarla per un'ora. E non fatevi prendere dalla tentazione di alzare il coperchio perché deve essere lasciata rigorosamente per fatti suoi.

Nel frattempo preparate i funghi: togliete i gambi che sono notoriamente duri come serci, fateli a pezzetti con le mani, dategli una sciacquatina sotto il rubinetto e metteteli in padella a cuocere a fuoco minimo con l'olio, l'aglio che avrete pelato, privato del germoglio e tritato finemente e il cucchiaino di brodo vegetale in polvere. Non aggiungete acqua ché i funghi ne cacceranno a iosa, e lasciate stufare paciosamente sotto il coperchio di vetro per una ventina di minuti almeno.

Nel frattempo che il tutto cuoce voi ovviamente vi farete in santa pace i fatti vostri, ché dopo una giornata di lavoro, sia esso casalingo o d'ufficio o di qualsivoglia natura, vi spetta questo e altro.

Scaduta l'ora potete sollevare il coperchio della pentola: scoprirete che la polenta si è cotta a puntino. Ma veramente a puntino. E se non farete "uuuuh" come la sottoscritta sappiate che vi invidio perché avete evidentemente raggiunto l'imperturbabilità di un santone indiano.

A quel punto versate la polenta in un bel piatto capace, metteteci su i funghi con il loro bel sughetto e portate in tavola. E se non avete fatto "uuuh" voi prima, sappiate che lo faranno certamente i vostri commensali.

L'unica magagna che potreste incontrare è che il fondo della vostra pentola potrebbe essere coperto da una crosticina di polenta bella tosta: vi basterà riempirla d'acqua, lasciarla tranquilla una notte e al mattino dopo la laverete fischiando e cantando.

Se invece, come la sottoscritta, avete la fortuna di avere una bella pentola della Ballarini (che la mitica zia Lella mi ha regalato cinque anni fa e che, nonostante l'uso selvaggio che ne faccio, non ha un segnetto manco a pagarlo oro), sappiate che non vi sarà traccia di crosticina.

La potrete pertanto affidare a cuor leggero al lavello, alla lavastoviglie o, se avete accanto un sant'uomo come il mio, al vostro amato bene che sarà ben lieto di rigovernare i piatti visto che voi avete fatto la fatica di cucinare e dopo pochi minuti potrà raggiungervi sul divano per proseguire la serata in letizia.

9 commenti:

  1. Eh, la polenta sì, in compenso la mia reattività nel controllare l'arrivo dei commenti, pubblicarli e rispondere va piano, ma piano piano...

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  2. Ciao Jessie Ricetta: ad una polentona friulana come me, aprire il tuo blog ed essere accolta dal suo piatto preferito e' di buon auspicio: saro' breve
    Complimenti, per lo stile, la grafica , e il buon uomore. Qui in Louisiana c'e' un caldo boia ma mi hai fatto venir voglia di polenta e allora la faccio stasera lo stesso per i miei commensali: oltre al suocero 93enne che in 27anni di mio matrimonio con il di lui figlio ha imparato a dire in italiano proprio solo POLENTA; il marito che mangia con gusto tutta la sboba che gli propino perche' e' sempre molto ma molto meglio delle TVdinners; ci saranno due signori, marito e moglie: una southerner bell (si si proprio una campanellina sudista) e il suo yankie jap (pronuncia gap) {che non sta per la pubblicita' di un negozio di moda casual ma la definizione scherzosa di un ebreo[veramente jap=jewish american princess, ma lui e' un re]}. La conversazione sara' interessantissima: il nonno Glen parlera' della sbarco dei marines nel pacifico essendo un WWII veteran; la signora Margaret parlera' della importanza terapeutica della pittura negli anziani dedicandosi da circa dieci anni a questa attivita' di volontariato aprendo la sua casa agli over anta per lezioni di pittura che terminano rigorosamente ai fornelli: tutti gli anziani corrono da lei per il suo rinomato home made dinner roll. Se senti la nostalgia della polenta negli USA diventi in crisi di astinenza per mancanza di pane vero. Possibile che tutti lo adorino ma non ci sia una straccio di forno che lo faccia come si deve? Panettari italiani: il vostro futuro e' in America! e non dimentichiamoci del marito Irwin: un medico nato e cresciuto nel centro di Manhattan ma che da quarant'anni vive e lavora tra i red-necks del profondo sud e che come attivita' ricreativa alleva galline anche nel centro della cittadina Amite, La popolazione 4,000 anime che, pur essendo una ridente cittadina non e' certo una metropoli dove un galletto che canta alle 6:30 am possa recare molto danno. CI MANCHI TU JESSIE RICETTA allora ti invito virtualmente e sarai l'invitata d'onore questa sera. Domani ti riscivo come e' andata. tu intanto preparati a rispondermi, io non ho paura ne' della muffa NE DELLE RAGNATELE. giuliana allen

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  3. Ho dovuto ritentare la lettura del tuo commento più volte perché dopo un tot di righe continuavo a ridere fino alle lacrime e non riuscivo a vedere più niente :D
    Appena riesco a riprendere fiato, con conseguente afflusso di ossigeno nella "camera alta", spero di riuscire a risponderti in maniera acconcia :)
    In the meantime, buona polenta a te e alla tua famiglia: mi sia concesso dire che leggere dei suoi componenti è davvero come guardare un film!

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    1. Cara Jessie Ricetta: la polenta con il tuo sistema MAI APRIRE IL COPERCHIO PER UN'ORA e' venuta meglio di sempre, pero' io ho cominciato ala maniera di Franco, mio papa': mettere farina su acqua fredda sul fuoco mescolando con frusta e prima mettere un cucchiaio di olio di oliva e sale ;appena sotto bollore ho abbassato e copertoPERFETTO
      giuliana allen

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    2. sto cercando di capire come funziona

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  4. POLENTE E FUNGHI, Cara Jessie Ricetta: se mi e' concesso da friulana darti un piccolo aiutino: diseva me pare (che tradotto in italiano e' diceva mio padre): perche' la polenta no la se tacchi (perche' la polenta non si attacchi al fondo ) bisogna sempre meter una giossa abbondante de oio de oliva (devi sempre mettere un cucchiaio abbondante di olio di oliva) In casa mia da tre generazioni si mette: acqua fedda, sale olio e la polenta si butta dentro l'acqua appena messa sul fuoco mescolando vigorosamente con la frusta (cominciare a freddo evita di fare grumi)
    ora ti sto scrivendo perche' la polenta la sto facendo con il tuo metodo dopo aver iniziato con il mio...ovviamente saprai che il top del top e' il paiolo di rame e che esiste un paiolo elettrico per cui mio padre andava pazzo cosi' la facevi senza girare a mano. Altra diatriba e' la consistenza della polenta:tra mia zia Franca e mio padre Franco (sorella e fratello lui il vecchio lei la giovane, tredici anni di differenza) non si e' mai capito se deve essere una polentina tenera che la scampa sul piato o una malta dura che la par fata de cemento.
    dimmi la consistenza della tua e ti diro' la consistenza della mia
    giuliana allen

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  5. Eh,il kitico paiolo do rame elettrico l'ho visto una sola volta in vita mia a casa di un'amica che mi aveva invitato a festeggiare la befana con polenta e brasato... sigh, quanti ricordi. Quanto alla cobsistenza della polenta familiare, essanon deve essere né liquida né tosta, bensì bella morbida (consistenza di un risotto all'onda, diciamo) anche con l'aiuto di olietto bòno scaldato senza soffriggere con aglio e peperone secco, verdure ripassate, sughetto con salsiccia, eccetera eccetera eccetera... :)

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  6. Odio lo smarthphone e i suoi maledetti orrori di stompa perché c'ha la tastiera da lillipuziano!

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