martedì 29 dicembre 2009

Capitone arrosto di zia Maria

Anzitutto mi scuso per non aver fatto gli auguri. Non era mia intenzione comportarmi da bifolca, ma il lavoro è stato parecchio e la mattina del 24 sono uscita dall'ufficio per correre in stazione a prendere il treno per il paesello manco mi inseguisse un drago armato di forcone. Giacché nello heimat si sa di Internet giusto per sentito dire (ho provato l'emozione di ascoltare nuovamente il brusio del modem a 56k nel tentativo vano di connettermi), postare era al di là delle mie possibilità. Rimedio adesso proponendovi uno dei piatti che la sera della Vigilia non manca mai sulla nostra tavola, come su tante altre: il capitone arrosto, fatto da zia Maria seguendo i dettami di mia nonna. Le foto sono scarse perché zia Maria è una di quelle signore di antico stampo per le quali è stato coniato il motto "Chi si ferma è perduto", e pertanto non ama avere intorno nipoti che fanno un sacco di domande e come se non bastasse pretendono pure di ritrarre la pietanza di turno dall'angolazione migliore. Sono riuscita a carpirle la ricetta fra uno sprint e l'altro inseguendola per tutta la cucina, e la posto con qualche integrazione poiché la zia è alquanto telegrafica.
Va fatta una necessaria premessa: la cosa migliore è farsi procurare il capitone da Fernando Monteferrante, che essendo degno erede di una famiglia di pesciaioli da più generazioni è capace di scegliere il capitone migliore a occhi chiusi. Se non avete la fortuna di disporre di un equivalente di Fernando Monteferrante, arrangiatevi presso il vostro pescivendolo di fiducia ma sappiate che non è la stessa cosa. Se poi per caso il capitone si muove scappando per tutta la cucina nonostante sia già regolarmente defunto, Fernando consiglia di metterlo per una mezz'oretta nel congelatore, così non sguiscia più e ci si può mettere all'opera senza dover imitare Mennea.

Ingredienti:
un bel capitone grassoccio
poco olio
farina di mais macinata non troppo sottile
rametti di prezzemolo e alloro

Preparazione:
per prima cosa ovviamente pulire il capitone come segue: fatelo a pezzetti lunghi più o meno mezzo palmo, lavatelo e strofinatelo bene con la farina di granturco per togliere l'appiccicaticcio dalla pelle, quindi rilavatelo e asciugatelo.
Preparate a parte una ciotolina con acqua e olio e immergetevi un paio di gambi di prezzemolo e un rametto di alloro.
Mettete i pezzi di capitone in una teglia antiaderente sul cui fondo avrete già messo un filo scarso d'olio e qualche foglia d'alloro, cospargeteli con un po' di sale e fateli cuocere in forno a 150°, avendo cura di spennellare di tanto in tanto il capitone con olio della ciotolina impiegando i rametti di prezzemolo e di alloro.
Punzecchiate con i rebbi della forchetta per controllare la cottura. Quando la carne è morbida tirate fuori dal forno e servire con contorno di insalatina, che ci sta assai bene perché il capitone è bello grassoccio. Secondo me, però, la cosa ideale è un bel cavolfiore lessato al dente e condito con una goccia di aceto.

4 commenti:

  1. quel che si dice un piatto della tradizione!
    complimenti

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  2. Ciao pasticciona, mille auguri di buone feste! I complimenti li accolgo indegnamente, giacché il merito è tutto della zia Maria: non mancherò di inoltrarglieli non appena andrò di nuovo al paesello (e confesso che non vedo l'ora di tornarci).

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  3. Ciao!
    Complimenti per la ricetta!
    Se mai riuscirò a invitare qualcuno a casa mia provo questa :)

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  4. Ciao Piggio! La consiglio caldamente perché, a quanto ho potuto sperimentare, il gusto è squisito (e a me il capitone non garba nemmeno granché) e la preparazione è fattibile senza sforzo anche per un cuoco che sia poco paziente. L'unica raccomandazione è di rivolgersi alla versione locale di Fernando Monteferrante in modo da procurarsi una materia prima comme il faut: in tal modo, il risultato è davvero garantito :)

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