venerdì 8 gennaio 2010

Carciofi e patate

Non so voi, ma io adoro i carciofi. Li mangerei tutti i giorni a pranzo, cena e colazione, e quando arriva la stagione per me è festa.
Adoro un pochino meno pulirli. Uno, perché nove volte su dieci va a finire che mi pungo, giacché sono distratta quanto un ingegnere. Due, perché nonostante abbondi di limone le mani mi diventano come quelle di uno spazzacamino. E terno tre, perché ci si mette una quaresima, e alla fine mi ritrovo con tonnellate di scarto che invadono l'assai scarso piano di lavoro della mia cucina.
Giacché però ne vale la pena, ogni tanto compero un tot di carciofi al mercato e mi metto all'opera con un'espressione facciale che, garantisce il mio amato bene, è lieta quanto quella del conte Ugolino alla prospettiva di mangiarsi qualche pezzetto di figlio.
Va da sé che pertanto, se qualche anima pia mi fa trovare la pappa pronta, son giuliva come un fringuello in una giornata di sole.
Se poi l'anima pia è la zia Lella, gran maestra in materia carciofesca, ancora di più.
La pietanza che propongo è uno dei suoi cavalli di battaglia, che la zia prepara apportando ogni volta sottili variazioni a seconda degli odori disponibili. Il risultato è sempre squisito. Per cui, se siete meno pigri e mugugnoni della sottoscritta, vi garantirete una cena coi controfiocchi.
Gli ingredienti sono per due o quattro persone, a seconda dell'appetito.

Ingredienti:
cinque bei carciofi (abbondate di uno, primo perché tanto chi mangerà gradisce di sicuro, secondo perché al paese mio e non solo il quattro porta sfiga)
tre belle patate
una grossa manciata di mollica di pane raffermo ma non troppo
un po' di capperi sotto sale, opportunamente sciacquati sotto l'acqua corrente
un filetto di peperone sott'olio
qualche fogliolina di mentuccia
olio d'oliva

Preparazione:
con santa pazienza mettetevi all'opera con i carciofi e puliteli. Se è la prima volta che vi ci date personalmente del tu, procedete come segue: tagliate i gambi e metteteli da parte, mozzate un bel pezzo della cima (e intendo un bel pezzo, in modo che dalla base del fiori restino tre dita scarse) e togliete le foglie dure fino a quando non farete alcuna fatica e anziché "sgnak!" sentirete, al momento di staccarle, un lieve "pop". Quindi con il coltello aprite appena la parte centrale del carciofo: se nell'interno vedete il cosiddetto fieno (in genere associato a foglioline minuscole di colore violetto o verdino che hanno la caratteristica di pungere come un cactus) provvedete a rimuoverlo ruotando con delicatezza la punta della lama. Nel mentre che operate tenete un limone tagliato a tiro e provvedete a strofinare con esso le vostre dita nonché i carciofi, così eviterete l'effetto spazzacamino per ambedue. In ultimo sbucciate i gambi - che non vanno buttati via, a meno che non siano proprio legnosi: sono infatti squisiti - e metteteli insieme ai fiori in una ciotola con acqua e spicchi di limone.
Intanto che i carciofi fanno il bagnetto preparate il ripieno: mescolate alla mollica ben tritata le foglioline di mentuccia e i capperi dissalati e aggiungete un filino d'olio se vedete che il composto è troppo asciutto. Quindi prendete un fiore alla volta, farcitelo per bene e con delicatezza in modo che non si spampani, e in cima mettete un pezzettino di peperone sott'olio per dare ulteriore sapore e una nota di colore.
In ultimo pelate le patate e tagliatele a spicchi non troppo spessi.
Prendete una teglia antiderente, spruzzate per bene il fondo di olio (potete anche foderarla con carta da forno per evitare di usarne a dismisura, ma se ciò giova al girovita va detto che il sapore ne risente), adagiatevi i carciofi ripieni, i gambi e le patate, andate nuovamente di olio e aggiungete pure un goccino d'acqua e sale quanto basta. Se per caso vi è avanzato un po' di ripieno spargetelo sulle patate, ché non fa un soldo di danno.
Se avete un coperchio (meglio ancora di vetro) che copra perfettamente la teglia, accendete il fornello a fuoco basso e fate stufare il tutto per un'oretta scarsa. Se non avete il coperchio, infilate la teglia in fondo già caldo a 150° e fate cuocere con tutto comodo.
Portate quindi la teglia in tavola così come è, o se volete fare le cose per benino mettete al centro di ciascun piatto un carciofo, fategli una bella coroncina di patate e servite.
Se poi avete ospiti, aggiungendo a lato una bella fetta di caciocavallo molisano stagionato (possibilmente del caseificio La Fonte Nuova, gioiellino del mio paese che, onde non essere tacciata di bieco campanilismo, specifico essere stato premiato in più di un'occasione per il miglior formaggio d'Italia) farete un piatto unico da leccarsi in baffi, renderete felicissimi i commensali e vi risparmierete la fatica di dover preparare ulteriori pietanze che non siano il dessert.

2 commenti:

  1. mi piacciono moltissimo le teglie di verdura preparate cosi' li faccio spesso e li abbino all'agnello ci stanno benissimo

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  2. L'agnello con le verdure è sempre un'eccellente idea. Però ti assicuro che anche 'na bella fella di caciocavallo ha decisamente il suo che ;)

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