Scrivo due righe per invitarvi a fare, chiamiamolo così, un gioco.
Andate sulla pagina iniziale del vostro motore di ricerca preferito.
Nella stringa di ricerca digitate la data di oggi, con in aggiunta "1943" e "Roma".
Premete sul tasto "Cerca".
Poi vedete che succede.
E dopo aver visto, leggete.
Leggete cos'è successo a Roma il 16 ottobre 1943 a partire dalle 5.30 del mattino.
Potete anche dilettarvi con quesiti matematici.
Ad esempio quali sono le condizioni perché da un numero iniziale di 1.022 si arrivi a 15.
La Storia ha un modo tutto suo di fare i conti.
E poiché la Storia la fanno gli essere umani, i conti non tornano mai.
Anche per questo è importante non dimenticare.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Ciao jessie ti seguo da un pochino..
RispondiEliminaquest'anno dopo averlo desiderato a lungo sono finalmente stata a Roma e sebbene sia rimasta solo 4 giorni ho voluto fare almeno un piccolo itinerario del ghetto e ti devo dire che è stato un pezzo importante della mia vacanza, uno di quelli che arrivano proprio a toccare il cuore e sono rimasta senza fiato quando ho letto la targa presso largo 16 ottobre 1943 che alla fine dice "i pochi scampati alla strage, i molti solidali invocano dagli uomini amore e pace, invocano da Dio perdono e speranza". [cit]
grazie perchè ieri non mi ero resa conto della data e trovo che sia sempre più che giusto ricordarsi queste cose!
Cara pasticciona (che bello, il tuo nick è il soprannome che mi aveva dato mia madre quando ero piccola e ogni scusa era buona per mettermi a pasticciare in cucina :D ), sono io che ringrazio te! Quando tornerai a Roma, ti consiglio di andare di nuovo al ghetto per motivi che hanno sempre a che vedere con la Storia, ma questa volta all'insegna della pappa: al Portico d'Ottavia c'è il famosissimo forno Boccioni, che è forse l'unico a conservare la tradizione pasticcera ebraica romana. Ci potrai trovare cose squisite come la pizza (che non è quella salata, ma è fatta con pasta di pane, frutta secca e canditi), dolci clamorosi come la crostata di ricotta e visciole (la frolla è cotta alla perfezione, ma la ricotta all'interno sembra fresca: uno dei misteri della cucina, non ho mai capito come facciano) e, il venerdì mattina, le trecce per lo Shabbat con la granella di zucchero. Ci sono andata un venerdì diverso tempo fa e mi sono quasi commossa quando un vecchietto, dopo aver comperato la sua treccia, ha salutato tutti dicendo con accento romano: "Sciabbatte scialomme a tutti quanti".
RispondiEliminaLe signore che lo gestiscono sembrano alquanto burbere, ma non ti far bloccare da ciò: ho scoperto, andandoci un po' di volte, che dietro l'aspetto arcigno c'è in realtà una bella dose di calore umano. Non ricordo il numero civico, ma una volta sul posto basta farsi guidare dal proprio naso, e il gioco è fatto :)
hai ragionissima! fortunatamente mi ero documentata e lo sapevo solo che purtroppo il giro lì l'ho fatto si sabato e quindi molti negozi erano giustamente chiusi e non ho neanche potuto visitaare il museo ebraico, spero vivamente di tornare a Roma perchè 4 giorni non mi sono bastati e sicuramente starò attenta a non sbagliare il giorno stavolta!
RispondiEliminaPS se ti può interessare sul mio blog ho messo le foto di Roma, qualcuna anche del ghetto
Davvero mi sarei commossa anch'io col saluto del vecchietto!
Le ho viste, come ho visto anche gli altri tuoi bei post: sappi che hai una lettrice in più :)
RispondiEliminaho visto grazie mille!
RispondiElimina