venerdì 23 ottobre 2009

Riso e fagioli neri della zia messicana

L'amato bene ha la pazienza, se impegni e studi permettono, di seguirmi nelle mie scorribande gastronomiche che generalmente prevedono tour de force in tutti i mercati della Capitale alla ricerca di ingredienti improbabili quali cavolo nero, cicerchie, mele limoncelle, curcuma in polvere e altre amenità da acquistare previa contrattazione con il venditore in dialetto stretto oppure in urdu. Va detto che la pazienza non gli difetta e che spesso è lui a fornirmi utili suggerimenti: uno degli ultimi utili suggerimenti ha fatto sì che siamo usciti da un negozietto nei dintorni di Piazza Vittorio, la chinatown dell'Urbe, carichi di granaglie, spezie e prelibatezze varie.
Fra gli acquisti c'erano mezzo chilo di fagioli neri, che sono rimasti a ronfare in dispensa per un bel po' finché non ho avuto la mala pensata di cucinarli secondo i consigli datimi da Elsa, la zia messicana che risiede per un terzo dell'anno a Mazatlàn, per un altro terzo a Los Angeles dove si spupazza il nipotame e per un altro terzo al paesello.
La pensata in realtà sarebbe stata ottima, se non fosse stato per l'entusiasmo eccessivo che caratterizza la sottoscritta. La quale, tutta allegra alla vista dei legumi, ha ben pensato: massì, mettiamoli a bagno tutti. E il giorno dopo, ovviamente, si è trovata con una quantità di materia prima più che doppia rispetto a quella di partenza.
Le dosi, di conseguenza, sono per così dire massicce. Ma il risultato è assai appetitoso, e vi offrirà il vantaggio di poter sfamare con poca fatica una pletora di invitati.

Ingredienti:
mezzo chilo di fagioli neri
350 grammi di riso a chicco lungo o parboiled
un piccolo peperone rosso
un peperoncino verde dolce, di quelli che al paese mio son detti friarielli
qualche rondella di sedano
due grosse cipolle bianche
tre spicchi d'aglio
un peperoncino piccante secco
una manciata di origano
una punta di cucchiaio di cumino
due cucchiai d'olio

Preparazione:
lasciate a bagno i fagioli neri per cinque o sei ore, poidiché scolateli e metteteli a cuocere a fuoco lento con il sedano e i peperoni tagliati a pezzi in una pentola antiaderente e munita di coperchio di vetro (vi basterà un bicchiere d'acqua scarso, badando di tener coperto il tegame).
Quando i fagioli sono a metà cottura, in una capace padella antiaderente mettete a stufare la cipolla tagliata, l'aglio privato del germoglio e tritato, il peperoncino in pezzi, l'origano e il cumino con i due cucchiai d'olio.Quando la cipolla si è appena imbiondita, con abile mossa rovesciate il contenuto della padella dentro la pignatta dei fagioli. Voilà!
Date quindi una bella mescolata, rimettete il coperchio e fate cuocere finché i fagioli sono morbidi.
Nel frattempo cuocete il riso con il solito sistema: pentola antiaderente, doppia quantità d'acqua rispetto al peso del riso, coperchio di vetro e fuoco lento finché i chicchi non hanno assorbito tutta l'acqua.
Poidiché, in un bel piatto di portata mettete da un lato il riso, dall'altro i fagioli, e ammannite agli invitati affamati, badando a conservarne una porzione per voi e l'amato bene giacché, il giorno dopo, sono ancora più buoni.
Se le cose sono andate come si confà, i fagioli saranno piccanti quanto l'inferno e i commensali sbaferanno tutto con goduria, innaffiando con vino rosso. E difficilmente vi chiederanno da mangiare altro che non sia un dolce, magari quei biscotti con le mandorle che sono uno dei vostri cavalli di battaglia e che sono tanto buoni da pucciare nel passito.
Il che vi darà il sommo piacere, a fine pasto, di rigovernare piatti e pentole con un allegro sottofondo di avvinazzati che sciorinano tutto il repertorio latinoamericano da La cucaracha a Tres delinquentes.
Se poi i vicini tozzolano alla porta per protestare, scatenategli addosso i suddetti avvinazzati al grido di "Viva Zapata".
E godetevi lo spettacolo, prima di tornare all'acquaio.

3 commenti:

  1. ma si trovano facile i fagioli neri???

    PS da me c'è un premio per te!

    RispondiElimina
  2. sei un genio! complimenti!
    fagioli trovati in un negozietto di prodotti messicani...(torino, via palazzo di città)

    RispondiElimina
  3. Un genio io? Naaah. La zia Elsa però sì :)

    RispondiElimina

Paperblog