Soprattutto se ci sono cuccioli in casa.
E soprattutto se detto dolce è una scusa per pasticciare in cucina con i succitati cuccioli, nonché per fargli mangiare un po' di frutta, cosa che fa assumere a tutti i miei nipotini l'espressione di un capo sassone cui un emissario di Carlo Magno abbia appena annunciato che, causa atteggiamento rivoltoso, farà la fine di San Giovanni Battista. Ovvero, l'espressione di chi piuttosto che cambiare di una virgola il suo credo (nella fattispecie, che la frutta è roba da scimmie: quello dei capi sassoni era un filino diverso), la testa preferisce perderla, non senza opporre prima una fiera resistenza.
Questa torta incontra sempre grande successo anche se la temperatura esterna è più o meno quella della Groenlandia, o se per questo quella che caratterizza oggi l'Urbe, passata nello spazio di un pomeriggio da un teporino estivo a diciotto gradi secchi di massima: pertanto ve la propongo con la certezza che sarà gradita a grandi e piccini. E pazienza se, dopo averla preparata, vi toccherà passare un paio d'ore a staccare dal soffitto un terzo degli ingredienti che, per qualche misterioso motivo, hanno deciso che dovevano finire proprio lassù.
Ingredienti:
tre o quattro belle pesche, grandi e mature (da sostituire con mele o simili se non se ne trovano, a patto di superare lo sbarramento sospettoso della prole/nipotanza per la quale la mela è tabù)
una vaschetta di gelato di crema da mezzo chilo
un etto circa di biscotti tipo novellini, o qualunque biscotto da colazione
cannella (sempre se riuscite a vincere il citato sbarramento)
Preparazione:
spostate la vaschetta del gelato dal freezer al frigo, in modo che si ammorbidisca senza però sciogliersi.
Nel frattempo, mentre voi sbucciate e tagliate le pesche a fette (attività che è ovviamente riservata a mamma, babbo o zio/a in quanto prevede l'impiego di un coltello) affidate ai cuccioli i biscotti da triturare con le manine, cosa che procurerà a loro gran sollazzo e a voi un pavimento che alla fine dell'operazione sarà coperto da una sottile coltre di briciole. Fa niente: le ramazze sono state inventate proprio per motivi come questi.
Prendete quindi una tortiera con cerniera apribile, foderatene la base con della carta da forno e l'anello con pellicola per alimenti, e fatevi aiutare dai piccoli a coprirne il fondo con le fette di pesca in modo da non lasciare buchi.
Togliete dal frigo la vaschetta di gelato che oramai sarà ben ammorbidito, e sempre con l'aiuto della prole versateci dentro le briciole di biscotto. Ovviamente la cosa si svolgerà con una pioggia di schizzi, ma fa niente: le spugnette sono state inventate proprio per motivi come questi.
Impiegando un cucchiaio (che volerà per aria un tot di volte visto che le creaturelle se lo litigheranno con gagliardìa) travasate quindi il gelato biscottato nella tortiera, facendo in modo da pareggiarlo per bene.
Sulla superficie di gelato sbizzarritevi a fare le vostre belle decorazioni con la frutta rimasta: fiorellini, tondini, quadrucci, foglioline, autoambulanze, qualunque cosa insomma vi suggerisca la vostra fantasia (e soprattutto quella dei piccini, che non mancherà di stupirvi per i livelli cui giunge). Se avete vinto la resistenza, spruzzateci infine un po' di cannella.
Ponete la tortiera nel congelatore per un quarto d'ora circa, ovvero quanto basta perché il gelato si ricompatti quel che è necessario.
Poidiché toglietela, poggiatela su un piatto di portata, sganciate la cerniera con somma cautela, con altrettanta cautela rimuovete la pellicola per alimenti. Non tentate, volendo sfogare il prestigiatore che è in voi, di rimuovere la carta da forno, pena uno smottamento a catena da rivaleggiare con quelli che le pioggerelline autunnali causano sulle superstrade del mio amato Sannio.
Godetevi la soddisfazione dei piccirilli, e portate trionfalmente il dolce in tavola per la merenda.
Guardate le creature con occhio amoroso mentre sbafano la torta, e portate pazienza se il cucciolo di turno con la precisione di un cesellatore si mangia tutto il gelato e, uno per uno, rimette i pezzi di frutta nel suo piatto dopo averli ciucciati.
Portate pazienza pure quando, lasciati i piccoli a giocare come si confà ai piccoli, vi toccherà pulire la cucina.
Siete mamme, babbi, zii, quant'altro. Portare pazienza è il vostro lavoro.
E ne vale la pena.
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