sabato 10 ottobre 2009

Ar iu crézi?

Io guardo di rado la tivù. Non so se faccio bene o faccio male. Forse faccio bene, visto che mia madre, la quale si è da qualche mese procurata l'accrocco per vedere i programmi in digitale terrestre, sostiene che è passata dal lagnarsi di schifezze abominevoli disponibili su una ventina di canali al lagnarsi di schifezze abominevoli disponibili su un centinaio di canali.
Fanno eccezione, a suo dire, quelli stranieri. Ovvero France 2, con cui io mai mi son data del tu causa una conoscenza del transalpino meno che nulla, e BBC World, con cui talvolta mi diletto per testare il livello di comprensibilità del soave accento british, che a torto o ragione mi dà sempre l'idea che il parlante abbia appena trangugiato una cassetta di limoni.
Stasera, visto che non c'era niente, dopo un tot di impaziente zapping sono finita sul canale di Sua Maestà Britannica. E ci son rimasta perché, guarda un po', di parlava di Italia. No, non di quella faccenda recente in cui il presidente del consiglio ha dichiarato che farà vedere di che pasta è fatto, e nemmeno di quella meno recente in cui il citato presidente del consiglio è stato, come dire, collegato a imbarazzanti vicende che vedono fra le protagoniste alcune signore tanto belle quanto intelligenti.
Parlava di una faccenduola che sulla nostra stampa ha avuto la prima pagina lo spazio di un mattino, per poi essere accantonata a favore di altro. Ovvero, del respingimento alla base dei migranti che arrivano via mare.
Il solerte reporter della BBC, cassetta di limoni o meno, era quello che si suol definire un bravo professionista. Per il servizio si era documentato bene, ed è andato in giro fra Libia, Svizzera e Italia per parlare con immigrati, politici, forze dell'ordine, chi più ne ha più ne metta. Si è fatto un giro nelle celebri prigioni libiche, dove gli immigrati, suddivisi in base alla provenienza, non paiono passarsela un granché bene. E per chi è riuscito a scappare, il più grande terrore è tornarci. Dopo aver visto un po' di riprese, ne comprendo il motivo.
Giacché il nodo centrale della questione era la politica di respingimenti adottata dall'Italia, non poteva mancare un'intervista ai nostri rappresentanti. Nello specifico, l'onorevole Ignazio La Russa, ministro della difesa.
L'intervista è stata molto breve. Sarà che il giornalista ha commesso l'errore di riferirgli all'inizio che l'approccio italiano era stato definito nazista da alcuni.
Reazione dell'onorevole La Russa: "Ar iu crézi?". E a seguire la dichiarazione che, se si partiva da queste basi, l'intervista non avrebbe avuto luogo.
Non so cosa mi ha fatto più cadere le braccia, se l'accento o la successiva dichiarazione.
Forse non tutti sanno che le Camere ogni anno spendono un bel po' di soldini per far sì che chi ci rappresenta faccia i suoi bravi corsi di lingue straniere.
Soldini che, ovviamente, escono fuori dalle nostre tasche.
Per cui mi aspetto che l'onorevole La Russa o chi per lui, quando si trova davanti chicchessia della stampa estera non suoni come uno, per citare Francis Ford Coppola, che "talka lika Luigi". Perché noi italiani, che già siamo noti per un tasso di ignoranza dell'inglese tanto alto quanto malamente gestito (cosa che ben sa chiunque abbia un minimo di cognizione linguistica e si trovi a sopportare gli abominevoli doppiaggi di serie, film e quant'altro che ci vengono propinati), non ci facciamo questa gran figura.
E, visto che lo stipendio di chi ci rappresenta viene parimenti pagato con dindi che escono dalle nostre tasche, mi aspetto pure che il rappresentante di turno risponda a tono, e non con l'atteggiamento di un bambino che fa "ecco, e io non gioco più!" perché l'altro l'ha stizzito. Stai rappresentando l'Italia, signor ministro, non stai facendo a pallonate in cortile con gli amichetti del palazzo.
L'onorevole La Russa, alla fine, un paio di dichiarazioni le ha rilasciate, sostenendo che il respingimento in mare è in realtà assai più umano del dare un foglio di via a un immigrato clandestino che viene beccato sul territorio italiano: in questo modo, gli si risparmia una lunga permanenza in centri di accoglienza dove non verrebbe trattato adeguatamente.
L'opinione non era però condivisa dall'UNHCR (ovvero il commissariato ONU per i rifugiati), i cui rappresentanti il solerte giornalista della BBC non ha mancato di intervistare. E non era condivisa perché l'Italia, rispedendo tutti al mittente senza effettuare controlli, respinge sia chi emigra alla ricerca di un lavoro, sia coloro che sono in fuga da zone di guerra e pertanto hanno diritto a chiedere asilo politico.
In sintesi, fra immagini delle libiche galere e dichiarazioni ONU il governo italiano, ovvero tutti noi, ha fatto la figura di chi tenta pietosamente di nascondersi dietro a un dito.
Il tutto su un'emittente che viene vista quotidianamente da qualche milioncino di spettatori.
Voi direte: mica è il numero di spettatori che garantisce la qualità di un canale.
Avete perfettamente ragione.
Per cui vi cito i risultati della European Opinion Leaders Survey, ovvero quell'indagine focalizzata su ciò che pensano coloro che, per dirla in breve, fanno da opinion leader (inutile tradurre, visto che codesti termini sono da lunga pezza entrati nel comune vocabolario) nel Vecchio Continente, ovvero oltre 30.000 fra politici, imprenditori, accademici, giuristi e altre amene figure professionali: "BBC World is the most relevant, authoritative and impartial news channel, as well as the source most quoted among Europe’s most senior opinion leaders. The results also confirm that BBC World is the channel with the largest ‘regular’ viewership."
In sintesi: non solo viene considerato il canale di news più autorevole e imparziale, è anche il più citato e quello che può contare la più alta fidelizzazione.
Come fare una figuraccia in mondovisione.
Mi si dirà che ci sono cose peggiori. Qualcuno sosterrà che il mio atteggiamento è disfattista. Oppure che si sa, gli inglesi ce l'hanno con noi.
A me viene da pensare che i peggiori nemici degli italiani sono gli italiani stessi.
Mi sa che mi asterrò dalla televisione per un bel po'. Mi deprime.
Gente che conosco mi dirà che mi sta bene. Così imparo a guardare i canali stranieri. Sei italiana, mi diranno, informati con un telegiornale italiano.
Telegiornale italiano?
Magari di Minzolinho Zero Tituli?
Ar iu crézi?

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