mercoledì 24 febbraio 2010

Il post della vergogna: Jessie Ricetta meets Andrea Camilleri

Oggi niente ricetta bensì, purtroppo per voi, un parto letterario di basso rango. Perdipiù vecchio come Noè. Ma giacché mi viene richiesto a intervalli regolari a gran voce (per farsi beffe della sottoscritta, suppongo) da parte di parenti, amici e amici di amici che ne hanno sentito parlare, anziché inoltrarlo sbuffando tutte le sante volte lo condivido qui.
Trattasi, lo rivelo con mia somma vergogna, di un racconto slash che ha per protagonista il leggendario commissario Montalbano.
I miei attoniti lettori chiederanno: ma ched'è lo slash?
Lunga storia. Ne scrissi parecchi anni fa altrove su un sito non mio (articoletto che, en passant, ebbe l'onore di essere copiato paro paro da un collaboratore della storica Decoder senza, ovviamente, citare la fonte: cosa per la quale, va detto, mi fecero mille scuse), quando ancora non vi erano paginoni al riguardo su Wikipedia, e anzi non vi era nemmeno Wikipedia.
Trattasi, per farla breve, di un genere di fanfiction prodotto soprattutto da donne delle più svariate età, che ha per protagoniste coppie (anche allargate) rigorosamente dello stesso sesso prese dalle opere più svariate: film, serie televisive, cartoni, fumetti e chi più ne ha più ne metta. La definizione slash viene dall'impiego del suddetto segno per separare gli elementi della coppia: sicché si avrà di volta in volta, ad esempio, un bel Kirk/Spock (le prime a inaugurare il genere furono infatti, ça va sans dire, le fan dell'esecranda Star Trek oltre trent'anni fa), Mulder/Krycek, Sam Tyler/the Guv, eccetera eccetera,
Quando ne scrissi era un fenomeno di nicchia, che grazie alla Rete aveva valicato i confini angusti delle temibili fanzine ciclostilate ed era già oggetto d'analisi, almeno in America, da parte degli studiosi delle cosiddette sottoculture: adesso Internet ne trabocca, con valanghe e valanghe di racconti che, mi dicono, sono spesso di qualità improbabile. Ma questo fra parentesi.
Mi chiederete: e come mai ti venne la brillante idea di partorire un prodotto ispirato a siffatto abominando sottogenere, e perdipiù con protagonista il commissario più amato dalle italiane?
In primis, ero giovane e tonta. Spero che ciò mi giustifichi.
In secundis, il sottogenere poteva essere pure abominando, ma vi erano autrici sulla scena americana che scrivevano con stile e trame da suscitare istintivamente l'inchino anche al più choosy dei lettori. Da noi, invece, zero. Come resistere alla tentazione di colmare la lacuna.
Per finire, perché il commissario più amato dalle italiane è amatissimo anche da me. Come è da me amatissimo il suo autore. Si potrà discutere sulla validità o meno di trame e quant'altro, ma dal punto di vista linguistico Andrea Camilleri è, semplicemente, una goduria. Ha ricreato un siciliano illustre, ovvero di sintesi fra tutti i dialetti, quasi mille anni dopo Giacomo da Lentini e soci, e lo impiega in modo sì saporoso che a me, più che leggere le sue pagine, vien voglia di azzannarle per gustarle meglio. E poi, se si vien colti dal desiderio di scrivere una slash fiction, perché accontentarsi come protagonista di un Mulder qualsiasi, quando si può contare su Salvo Montalbano?
Non so se tutto ciò è sufficiente per discolparmi di aver buttato giù, nel lontano settembre 2003, codesto racconto che, se non altro, mi ha dato sommo divertimento linguistico (a chi non lo darebbe scrivere in siciliano illustre camillerese?) e ha strappato più di una risata a chi mi è caro.
Pertanto lo posto, a uso di Patrizia, Annarita, Michele e di tutti coloro che me l'hanno richiesto. E anche a uso di coloro che non lo hanno richiesto. Con una piccola avvertenza: se l'idea del beneamato commissario Montalbano a tu per tu con un masculo anziché con Livia o con la fìmmina di turno vi fa venire un coccolone, evitate di cliccare sul link. Buona lettura.
Se una notte d'estate un commissario

4 commenti:

  1. illustrissima,
    io l'ho letto QUASI tutto. Il perché del quasi è lampante. Basti ricordare la ricetta da poco postata sul mio blog (gesto che del resto, mi è stato da te ispirato)....
    Cofesso però di non aver mai letto un rigo di Camilleri. Manco di strumenti, 'nsomma. Ebbene sì. Inoltre, NON PAGA, non comprendo il siciliano. Ho intuito però quante sfumature debba comprendere la tua opera. per questo, complimenti. Pubblica qualcosa, dai.

    RispondiElimina
  2. Ehm... Pubblicare? L'ho appena fatto, no? :D
    Questo vergognoso scoperchiarsi della sentina contentente le mie bagattelle resterà un unicum e, credimi, è un bene che sia così :)

    RispondiElimina
  3. erano qualche cosa come 20 anni che non sentivo nominare la rivista "decoder"
    che colpo !
    vado di la a piangere sulla mia anzianite

    ciao

    RispondiElimina
  4. Uhm, ne deduco che dovrei piangere anche io sulla mia anzianite? :D

    RispondiElimina

Paperblog