Penso che sia opinione condivisa il fatto che i temibili finugi (copyright della zia Marià aka Mariangèlla) appartengono ai cibi che mettono tristezza. Fan tanto bene, son tanto ricchi d'acqua, ma a confronto persino il tofu è saporito.
Mi si dirà che alla fin fine basta un po' d'olio di quello buono, un germoglietto d'aglio e una spruzzatina di pepe per rendere accettabili pure loro. Ma io, quando cucino, gradisco che se possibile una pietanza sia buona, non semplicemente accettabile.
Ora, il tortino di finocchi è un piatto che si può definire buono e anche di più. E si presta benissimo sia come contorno, sia come piatto unico per una cena che non voglia eccedere in pesantezza. Quindi, se state guardando con aria truce i finocchi che son lì in frigo da lunga pezza, e ci sono perché non avete avuto il coraggio di tirarli fuori da lì per lessarli come è consueto, questa ricetta vi offrirà il modo di dargli una degna fine, perdipiù stando poco tempo ai fornelli.
Ingredienti:
4 finocchi di grandezza media (prediligete quelli tondi, che non sono amarognoli)
un cucchiaio di burro
un cucchiaio di farina
un bicchiere di latte
mezz'etto di scamorza
due cucchiai di parmigiano
Preparazione:
lavate per bene gli esecrandi finugi, tagliateli a fette e metteteli a lessare in acqua salata con moderazione finché son cotti ben al dente. Nel frattempo preparate con burro e farina e latte la besciamella (siete tutti sicuramente dei maghi a farla: se putacaso non lo siete, potete seguire il procedimento descritto altrove) e non appena è pronta tiratela via dal fuoco, aggiungete un cucchiaio di parmigiano e fatela appena raffreddare.
Acchiappate quindi una teglia antiaderente o un bel tegame di vetro o coccio che tolleri il forno e adagiatevi i finocchi ben scolati. Quindi copriteli con la scamorza tagliata a fette o dadini, versateci su la besciamella, spolverate con il restante parmigiano e mettete in forno già caldo a 200°.
Basteranno pochi minuti perché la scamorza si sciolga e la besciamella addizionata di cacio faccia una bella crosticina.
A quel punto armatevi di guanto da forno, acchiappate la teglia, portate direttamente in tavola e mangiate il tortino ben caldo.
Va da sé che la ricetta può diventare ben più ricca a seconda della disponibilità, esigenza e fantasia: ma su eventuali versioni più lussuose discetterò se non vi spiace in futuro, perché è Giovedì Grasso e, perbacco, ho tutta l'intenzione di approntare al mio amato bene un piatto di dolci fritti come si confà.
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