martedì 23 febbraio 2010

Il pane secco non si butta: peperoni ripieni

Non plaudirò mai abbastanza alla meritoria campagna di recupero del pane secco che Vale di Mangia e Bevi sta promuovendo sul suo blog: sull'indegna abitudine di gettarlo ho scritto tempo fa anche io, brontolando sul fatto che, se in passato le pagnotte rafferme venivano usate per fare le più diverse pietanze e non solo in Italia, non si capisce perché adesso debbano subire l'onta di essere gettate nel rusco. Se avete ricette che l'impiegano quale ingrediente, vi consiglio caldamente di partecipare all'iniziativa: da parte mia propongo oggi un'ulteriore pietanzella a tema, che come tutte quelle in cui il pan vecchio ha un ruolo è buona da leccarsi i baffi.

Ingredienti:
due peperoni dolci
una manciatona di mollica rafferma
un po' di capperi sotto sale
uno spicchio piccolo di aglio
una spruzzata di pepe
qualche fogliolina di menta fresca
due patate medie
tre o quattro cucchiai di olio

Preparazione:
passate i capperi sotto l'acqua corrente per dissalarli bene, tritate la menta e lo spicchietto d'aglio pelato e privato del germoglio e con tutto ciò condite la mollica di pane aggiungendo un paio di cucchiai d'olio. Date poi una passata di pepe, a seguire una rapida mescolata e lasciate in una scodellina a insaporire.
Con pazienza certosina procedete a tagliar via la calotta ai peperoni senza romperla e privateli dei semi e dei filamenti bianchi interni lavorando con un coltellino affilato (attenti alle dituzze sante, soprattutto se appartenete a categorie professionali come ingegneri, informatici e registi, proni quanto poche altre agli incidenti domestici).
Fatto ciò, con l'aiuto di un cucchiaio farcite i peperoni con la mollica condita, aggiustatevi su la cupoletta privata del picciolo e trasferiteli in una teglietta sul cui fondo avreste già messo il resto dell'olio prescritto.
A far corona mettete poi le patate debitamente pelate e affettate, conditele con un po' di sale, pepe e origano, aggiungete un po' d'acqua nella teglietta e mettete in forno già caldo a 180° per una mezz'ora scarsa.
Passata la suddetta mezz'ora, sarete attirati in cucina da un invitante profumino: aprendo il forno avrete bell'agio di vedere che patate e peperoni hanno messo una bella crosticina, e che vi segnalano inequivocabilmente il momento di portare in tavola.
Sedetevi quindi a tavola con l'amato bene e armatevi di forchetta.
Vi basterà il primo boccone per scoprire perché, a casa mia come in altre, di pane secco non se ne spreca una briciola, ed è cosa buona e santa che sia così.

2 commenti:

  1. Sei un tesoro! credo che tu sia quella che fin'ora ha postato più ricette, e ti ringrazio tantissimo... anche per le belle parole che mi hai dedicato in questo post. in realtà siamo in molti a indignarci per tutto questo spreco, e spero che quando il pdf sarà pronto, nessuno senta più di avere una valida ragione per buttare il pane raffermo!!! Grazie ancora e un bacio!!!
    Vale

    RispondiElimina
  2. Vale, che nessuno sprechi più il pane o qualsiasi altro alimento è ciò che spero con tutto il cuore: iniziative meritorie come la tua sono strumenti preziosi per arrivare allo scopo, perché mostrano quanto sia utile ciò che per ignoranza, ignoranza o altri motivi si ritiene inutile. Grazie a te!

    RispondiElimina

Paperblog