giovedì 18 febbraio 2010

Tortino di catalogne di Pilù

Mi spiace solo che codesta fetecchia di foto non renda giustizia alla pietanza, perché questo tortino è di bontà clamorosa. L'autrice, come da titolo, è Pilù, ovvero mia sorella: proprio quella che quando guida fa venire un coccolone anche al più coriaceo rallysta, e che ai fornelli dà spesso prova di notevole capacità e fantasia.
La ricetta è tipica della mia famiglia, e non a caso anche la zia Lella la propone spesso ma nella versione tradizionale, che è più semplice e meno ricca di ingredienti e si presta maggiormente come contorno. Giacché quella di Pilù mia si propone a buon diritto come piatto unico, è in grado di risolvere bellamente la cena offrendo a uno o più commensali una prelibatezza che, grazie alla verdura impiegata, ha un sapore alquanto singolare: la catalogna è infatti un tipo di cicoria che in genere si consuma giusto lessata, ed è un peccato perché il suo gusto amarognolo e la solida consistenza sono elementi in grado di dare a un piatto da forno that special kick.
Se a ciò si aggiunge che il tempo per approntare il tortino è davvero minimo, la cuoca media si chiederà cosa si può volere di più dalla vita e si metterà immantinente all'opera.

Ingredienti:
500 grammi di catalogne già pulite
400 grammi di salsa di pomodoro (se casereccia è meglio)
un bel pugno di parmigiano grattugiato
un etto abbondante di scamorza passita
due o tre cucchiai d'olio

Preparazione:
in un bel callare (paiolo di stagno) fate cuocere le catalogne in acqua bollente salata, badando di scolarle quando sono ancora parecchio al dente. Quindi conditele con la salsa di pomodoro, il parmigiano e l'olio. Prendete poi una bella teglia antiaderente, versateci le catalogne condite, coprite la superficie con fette di scamorza e mandate in forno già caldo a 180°. Non appena la scamorza si è sciolta, cacciate fuori la teglia e portatela in tavola accompagnandola con un bel tocco di caciocavallo e 'na fellucce de pane che stazzi sui due etti: se il vostro commensale non assume l'espressione del diavolo della Tasmania, mi mangio il cappello come Rockerduck.
Per la cronaca il tortino della foto, che ci è stato gentilmente fornito da Pilù con allegata una porzione del suo sublime timballo di riso alla sicula (di cui spero di postare la ricetta quanto prima, perché è un patrimonio gastronomico la cui preparazione andrebbe promossa urbi et orbi per regio decreto) è stato spazzolato dalle fauci mie e dell'amato bene in cinque minuti netti, inclusa la pulizia della teglia con la succitata fellucce de pane: se pertanto Pilù ci legge, sappia che nel caso ce ne voglia dare prossimamente ulteriore fornitura ci farebbe tanto, ma tanto contenti.

2 commenti:

  1. Io adoro in genere tutte le verdure amarognole, radicchi, cicoria, coste argentate e catalogna! Perciò stravedo per questo tortino, reso "morbido" dalla salsa e dai formaggi...e brava Pilù! E naturalmente brava tu che lo hai postato!

    Ho letto nel mio blos sul tuo commento che i nostri papi sono nati lo stesso giorno...accetti i miei auguri in ritardo?
    Un abbraccio ed evviva i nostri papini!

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  2. Ciao Barbara, grazie mille per gli auguri al mio papozzo nonché per i complimenti alla mia sorellona: provvederò a inoltrarglieli quanto prima, sperando che sull'onda di ciò prepari a me e all'amato bene una versione gigante del tortino :D

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