domenica 24 maggio 2009

Marmellata di fragole

Ieri sera sono andata a cena dalla mia vecchina, e come sempre è stato un gran piacere. Abbiamo mangiato un po' di pizza e dell'insalata, inutile pensare a qualcos'altro con l'afa che c'era. Poi, visto che c'era l'afa, abbiamo deciso di fare un po' di marmellata, tanto per rinfrescare l'aria. La scusa ce l'hanno data un po' di fragole malconce che avevo portato con me, incerta sulla destinazione d'uso. Quello che vedete in primo piano è il risultato: solo parziale, perché un altro barattolo l'ho lasciato per i miei. Ciò che spicca in secondo piano è invece regalo della zia: salsa fatta in casa, semplice e aromatizzata con aromi e peperoni, che non vedo l'ora di testare la prossima volta che farò le polpette. Ma procediamo con ordine.

Ingredienti (per un barattolo medio):
700 grammi circa di fragole già pulite
100 grammi di zucchero
scorza di limone in pezzi (solo la parte gialla)

Preparazione:
tagliate le fragole a pezzi e mettetele in una pentola antiaderente a cuocere con un cucchiaio d'acqua a fuoco basso. Butteranno fuori un bel po' di sugo: lasciate che si cuociano nel loro brodo, curando di mescolare ogni tanto con il cucchiaio di legno.

Fate attenzione a quando il liquido inizierà ad asciugarsi: da quel momento in poi la marmellata va attentamente sorvegliata, se non volete trovarvi una poltiglia che sa di bruciaticcio. Mescolate sempre a fuoco basso per evitare che il composto si attacchi e aggiungete qualche pezzo di scorza di limone, continuando a girare.

Quando la frutta ha assunto una consistenza quasi gelatinosa, è il momento di aggiungere lo zucchero (la percentuale è di 7 a 1, nella ricetta di famiglia; so che molti per un chilo di frutta ne mettono altrettanto di zucchero, ma se la frutta è buona, perché ucciderne il sapore con una valanga di semolato?). Mescolate molto bene finché non si è sciolto tutto, e continuate a girare finché non vedete che il composto si è ben addensato.

A questo punto, è arrivato il momento di fare la celebre "prova piattino": prendete un piattino da caffè, metteteci su un cucchiaino del composto, aspettate qualche secondo e inclinate. Se la marmellata non scivola, è pronta. Se scivola, è il caso di farla cuocere ancora un po', anche se dopo tanto mescolare vi sentirete come le streghe del Macbeth alle prese con il pentolone.
Quando è pronta spegnete il fuoco, fate raffreddare qualche minuto, quindi prendete il barattolo (per la quantità prescritta uno di media grandezza è sufficiente; ovviamente potete moltiplicare le dosi come e quanto più vi piace), riempitelo con un cucchiaio onde non scottarvi, mettetegli il tappo e capovolgetelo: in questo modo si sigillerà da solo, evitandovi la rottura di scatole del bagnomaria - metodo che comunque è necessario per una conservazione ottimale, soprattutto se volete conservare la marmellata per mesi.
Oppure assaggiate, convenite che tutto sommato la fatica dell'invasamento non vale proprio la pena per una quantità così piccola, versate la marmellata in una ciotola e portatevela sul balcone insieme a un mezzo chilo di gelato alla vaniglia: scoprirete che si sposano perfettamente, e che sono un fior di sistema per passare una piacevole serata.

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