Come tutti coloro che per necessità e per passione si trovano a darsi del tu con i fornelli sette giorni alla settimana, anche a me ogni tanto piace astenermi da padelle e pentole: soprattutto se si tratta di mangiare qualcosa che prevede una scienza cucinaria per ottenere la quale sono necessari anni di apprendistato. Quello che potete ammirare nella foto (pessima, ma con il telefonino - semiscarico per giunta - era il massimo che si potesse ottenere) è il piccolo capolavoro che ci è stato servito oggi da Hamasei: un sushi lunch con nigiri e maki completo di insalata, zuppa di miso e frutta.
Hamasei è tuttora il ristorante giapponese della Capitale: aperto negli anni Settanta, è stato per diverso tempo l'unico luogo dove i nippofili romani potessero trovare un approdo gastronomico. Adesso sparsi in città se ne trovano diversi, alcuni di qualità tout court pestifera, altri che propongono cucina fusion ai fighetti dei Parioli con il portafogli ripieno, altri ancora discreti per quanto dal pedigree incerto (la maggior parte sono infatti gestiti da cuochi e personale cinese: un particolare che fa storcere il naso ai puristi, ma che suppongo non faccia fare gnanca un plissé ad altri miei conterranei che appellano abitanti del Celeste Impero e del Sol Levante indistintamente in questo modo). Per chi vuole assaggiare cucina nipponica tradizionale, e scoprire che non è fatta, come credono in tanti, esclusivamente di riso bianco e pesce crudo, Hamasei resta però un punto di riferimento: si troveranno ogni volta piatti preparati con sapienza, un servizio impeccabile e un ambiente discreto e tranquillo (l'atmosfera è infatti tale da zittire completamente anche una comitiva di gitanti di Modena).
Se poi si ha l'accortezza di andare a pranzo anziché a cena, con soli 15 euro si avrà la soddisfazione gustare un pasto completo come quello ritratto nella foto: un vantaggio non da poco, soprattutto se prima si è visitata la mostra di Hiroshige in programma al Museo del Corso, e la smania nippofila vi ha fatto svuotare il bookshop con acquisti di cataloghi, cartoline, magneti e altre amenità che hanno inferto un colpo mortale al bilancio familiare.
Se poi si ha l'accortezza di andare a pranzo anziché a cena, con soli 15 euro si avrà la soddisfazione gustare un pasto completo come quello ritratto nella foto: un vantaggio non da poco, soprattutto se prima si è visitata la mostra di Hiroshige in programma al Museo del Corso, e la smania nippofila vi ha fatto svuotare il bookshop con acquisti di cataloghi, cartoline, magneti e altre amenità che hanno inferto un colpo mortale al bilancio familiare.
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