lunedì 13 luglio 2009

Pizza piccante

"Ma che cos'è quest'orrore!", diranno i miei raffinati lettori.
Lo so: a estetica, questa pietanza si presenta maluccio. Colpa mia: mi sono ricordata di scattare la foto del risultato finale ben dopo che era finita in tavola, e che era stata assaltata dai commensali famelici. Per cui ho sottratto per qualche secondo il piatto a Mauro, suscitando vibrate proteste, e ho ritratto l'ultimo quadratino già violato da coltello e forchetta. Dalle citate proteste, comunque, se ne deduce che la pizza piccante non doveva essere male. Pertanto, ve la propongo: vi sarà utile soprattutto se avete gente a cena, o se avete in programma un bel picnic ora che la pioggia sembra aver definitivamente levato le tende.

Ingredienti:
200 grammi circa di farina
20 grammi di olio santo (che per noi sanniti non è quello impiegato per le estreme unzioni, bensì olio aromatizzato con robuste dosi di peperoncino)
300 grammi circa di agretti (ma vanno benissimo anche cicoria e altre erbe di campo, purché amarognole: potete tentare anche con dei banali spinaci, ma il loro sapore mal si sposa con il piccante)
uno spicchio d'aglio
una manciata di melanzane sott'olio (o peperoni, o qualunque cosa vi garbi)

Preparazione
con la farina, l'olio santo, un pizzico di sale e acqua quanto basta (ovvero, secondo i miei calcoli, più o meno un terzo di bicchiere) impastate una bella palla di pasta liscia ed elastica e mettetela da parte in luogo fresco, ad esempio lo scomparto meno freddo del frigo.
Lessate quindi gli agretti o le erbe di campo, scolateli per bene e ripassateli in padella con lo spicchio d'aglio e un cucchiaio d'olio santo, quindi lasciate raffreddare.
A questo punto tirate due sfoglie, una grande a sufficienza da coprire fondo e bordi della teglia che impiegherete, l'altra grande abbastanza da coprire il fondo, e che siano ben sottili: io, che con il matterello sono del tutto impedita, stendo la pasta su un foglio di carta da forno, che ha il vantaggio di non dover impiegare manciate e manciate di farina sul piano di lavoro, e di poter mettere la sfoglia di base pronta con tutta la carta all'interno della teglia senza dover irrorare il fondo di olio.
Dopo aver foderato la teglia con la sfoglia più grande, aiutandovi con la forchetta mettete la verdura sul fondo, quindi copritela con la manciata di sottoli (vi toccherà litigare un po' con la legge di gravità perché i bordi della sfoglia hanno la spiacevole tendenza a precipitare verso il basso, ma è sufficiente un filo di destrezza: se me la cavo io a farlo, se la può cavare chiunque).
Fatto ciò, coprite il tutto con la sfoglia più piccola: onde non rischiare di far disastri, io infarino per bene il matterello, avvolgo intorno la pasta e poi la srotolo pian piano.
Sovrapponete i bordi della sfoglia più grande a quella più piccola e saldate premendo leggermente con le dita.
Bucherellate quindi la superficie con i rebbi di una forchetta (accorgimento fondamentale ad evitare il cosiddetto effetto "campo da golf" sulla superficie della pizza durante la cottura), pennellatela con un pochino di olio santo usando apposito pennello da cucina o, più semplicemente, la punta delle dita ben lavate, e mettete la pizza nel forno già caldo a 200° gradi per una mezz'ora.
Nel mentre che cuoce, fatevi i fatti vostri in loco ben lontano dalla cucina, ché con questo caldo non è proprio il caso di rischiare fenomeni di lessatura. Dopo che è passata la mezz'ora, rientrate in cucina e spegnete il forno, lasciando la pizza al suo interno: la pasta con il calore residuo diventerà bella croccante, e l'ambiente vi sarà tanto grato (utilizzando questo piccolo trucco mi sarete inoltre grati voi per avervelo suggerito al momento di pagare la bolletta del gas).
Quando la pizza si è del tutto raffreddata, toglietela dalla teglia prendendola per i bordi il foglio di carta da forno e facendola elegantemente scivolare su un vassoio.
Quindi, fatene dei bei tranci quadrati e portate in tavola.
Oppure, portate in tavola così com'è.
E godetevi lo spettacolo dei commensali famelici che fanno a brani la pizza, e per il bis si fanno a brani fra di loro.

2 commenti:

  1. Come dice Cionzo dell'olio santo: "ah si', il peperoncino allungato con olio" :D

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  2. Esattamente :D
    Del resto, Cionzo fa con il peperoncino ultrapiccante ciò che Jean Reno faceva con il wasabi nel film omonimo...

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