domenica 12 luglio 2009

Pollo alla profumiera

Una domenica non sarebbe una domenica senza relax, senza attività piacevoli che non si è avuto il tempo di fare durante la settimana, e senza disastro gastronomico. Per tutta una serie di motivi (non da ultimo, un frigorifero bizzoso e una presa Siemens ancora più bizzosa) oggi non ho potuto godere di grande relax né dedicarmi ad attività piacevoli, ma il disastro gastronomico non me lo sono fatto mancare.
Preda della nostalgia per i weekend in compagnia di Tania e Paolo, mi è venuta voglia di fare un po' di pollo marinato allo yogurt, sulla scorta di quello realizzato da loro qualche settimana fa. Solo che mi sono fatta cogliere dall'entusiasmo. E il pollo marinato è diventato pollo alla profumiera. Visto che però la strada verso la sapienza cucinaria è ricca di scivoloni e di piatti che vanno a finire giù per il secchio, posto comunque la ricetta. Ho infatti ragione di credere che non sia affatto malvagia. Beninteso, a patto di non farsi cogliere dall'entusiasmo.

Ingredienti:
300 grammi di petto di pollo, tagliato a pezzetti e privato di grasso e filamenti
un vasetto di yogurt al naturale
un cucchiaio ben colmo di cumino in polvere
una ventina di grammi di radice di zenzero fresco, sbucciata e grattugiata
uno spicchio di aglio spremuto
due (dicasi due, e non dieci come ho fatto io che mi son detta, massì, abbondiamo!) semi di cardamomo con tutta la buccia

Preparazione:
in una ciotola dove avrete già versato lo yogurt al naturale mettete il cumino, l'aglio, lo zenzero e i due semi di cardamomo e mescolate bene, quindi versateci i pezzi di pollo, date un'ulteriore mescolata e mettete la scodella coperta da un piatto nel frigo per minimo sei ore.
Passato detto tempo tirate fuori la ciotola, scrollate dai pezzi di pollo lo yogurt in eccesso, metteteli in una padella già bella rovente e fateli cuocere fino a farli lievemente abbrustolire (va da sé che se putacaso disponete di un barbecue, fortunati voi, potete infilzare i pezzi nello spiedo e cuocerli sulla brace).
La marinatura ha avuto sulla carne il noto e gradito effetto di renderla tenerissima.
Il problema, nel mio caso, si è presentato al momento dell'assaggio.
Signori, una saponetta.
Avrei dovuto pensarci.
Il cardamomo è tanto buono, ma va maneggiato con estrema cautela. Un seme di troppo, e qualunque pietanza pare uscita dalla bottega di un profumiere, e dopo un soggiorno di minimo sei mesi.
Così imparo ad abbondare.
Il pollo è finito nel secchio. Stasera si va a pane e formaggio.
Ma prima o poi, ci riproverò.
Con due semi di cardamomo.

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