giovedì 16 luglio 2009

Insalata di melanzane della Emma

"Si schiatterà di caldo fino a venerdì incluso, poi sabato ci sarà un vento che ti porta via, e domenica di nuovo si boccheggia. Ma il peggio viene la settimana prossima: dal 24 al 26 luglio facciamo la fine dei polli arrosto."
Amo quando il mio collega e meteo-man Giuseppe mi dà queste notizie sul tempo che farà. Mi rincuora sempre, facendomi guardare all'immediato futuro con allegria e speranza. Soprattutto, risveglia davvero la Bree van de Kamp che è in me al momento di mettermi ai fornelli.
In siffatto contesto mi pare pertanto giusto presentarvi un piatto creato dall'antitesi della casalinga più perfetta di Wisteria Lane. Detta antitesi è mia zia Emma, detta la Emma, in quanto sono trent'anni e passa che si è trasferita in una bella e provincialissima città padana circondata dall'acqua su tre lati.
Nonostante l'emigrazione, la zia ha mantenuto una sua precisa identità. Il che sottointende, ad esempio, vestire come le gira anziché andare a far la spesa conciata come la Madonna del Petrolio come ci si aspetta dalla moglie di un direttore di banca, non scimmiottare pietosamente l'accento locale come certi che si sforzano di esser più padani dei padani, e non confondere l'etichetta con l'educazione (che son due cose alquanto diverse, ma molti non sembrano rendersene conto: ad esempio, quella autodefinitasi "signora lombarda" cui mia zia fece barba e capelli perché pretendeva, in quanto signora lombarda, di farsi dare il posto sull'autobus da una donna africana vistosamente incinta - e altrettanto vistosamente munita di biglietto vidimato, precisazione ad uso degli amici di quel ministro noto per le sue magliette così creative).
Soprattutto, la Emma dice esattamente ciò che pensa senza curarsi dell'opinione di coloro che non stima: mio zio Luciano, detto zio Mosè perché causa statura possente e chioma fluente ha una singolare somiglianza con il profeta, dice sempre che ha fatto carriera nonostante sua moglie. Proprio grazie a ciò, e a diverse altre cose, casa loro è sempre stata un porto di mare dove indistintamente amici, parenti e nipoti (e non solo loro) sanno di essere accolti per quel che sono, non per quel che hanno o per il loro ruolo, e se necessario possono disporre di calore, di un letto e di un piatto.
Ça va sans dire, anche riguardo i piatti la Emma si distingue. Ripete sempre che fornelli non ci sta volentieri, e che se fosse per lei andrebbe avanti a insalate, pane e formaggio. Nonostante ciò, quando si cimenta fa cose sublimi. Niente che si possa presentare a un concorso di gastronomia, ovviamente: si sarà già intuito che le formalità, nella vita come in cucina, per lei non contano granché. Ma il sapore è clamoroso, e certe pietanze assumono nei racconti dei commensali sfumature di leggenda: mia cugina Manuela ricorda ancora con commozione una coda alla vaccinara di vent'anni fa, rimasta unica e sola perché Emma, cucinatala una volta, ha giurato che mai e poi mai avrebbe sprecato di nuovo tutto il tempo che ci vuole a farla.
Altre cose, per fortuna, sono rimaste una costante nel suo ricettario. Una di queste è la sua insalata di melanzane. Che prevede una discreta sudata in cucina, però di breve durata, e permette di risolvere qualsiasi cena estiva servendo un piatto freddo con i controfiocchi.

Ingredienti per due persone:
tre belle melanzane violette polpose e compatte
uno spicchio d'aglio
olio quanto basta
basilico
capperi (rigorosamente sotto sale: quelli sotto aceto andrebbero banditi per regio decreto)
qualche pezzetto di pomodoro fresco (che io non metto sempre perché, soprattutto in estate, trovo difficoltà a digerirlo: ma se vi piace, abbondate pure)

Preparazione:
in una ciotola o un contenitore di coccio o vetro mettete un po' d'olio (calcolatene una mezza tazzina o sette/otto cucchiai da tavola) con l'aglio privato del germoglio e tagliato a pezzi non troppo piccoli, in modo da facilitarne la caccia e l'eliminazione da parte di eventuali commensali vampiri. Lasciate riposare nel mentre che preparate il resto.
Lavate bene le melanzane, togliete il picciolo e tagliatele a fette spesse mezzo centimetro circa. Scaldate una capace padella antiaderente munita di coperchio di vetro, e scaldatela nature, senza aggiungere olio o grassi. Ponete quindi un tot di fette di melanzane ad arrostire da una parte e dall'altra, mettendo il coperchio di vetro nel mentre che cuociono in modo da non disperdere umidità e calore, e ripetete l'operazione fino a esaurimento delle stesse.
Quando sono tutte pronte tagliatele a strisce, tuffatele nella scodella con l'olio che nel frattempo si sarà aromatizzato, date una bella mescolata e mettete in frigo a riposare per qualche ora: più è, meglio è, così si insaporiscono per bene.
Una mezz'ora prima di portare in tavola tirate la scodella via dal frigo, aggiungete i pomodori in piccoli pezzi, i capperi (dopo averli sciacquati sotto l'acqua corrente, o l'insalata si tramuterà in una miniera di sale) e le foglie di basilico a striscioline. Date quindi un'ultima mescolata e rimettete in fresco fino al momento di servirla.
E' ottima accompagnata da mozzarella, caprino e altri formaggi freschi, e da fette di pane abbrustolito.
Con la compagnia e la conversazione della Emma e di zio Mosé diventa ovviamente ancora più buona.
Ma va bene anche così, in attesa di andarli a trovare in quella città circondata per tre parti dall'acqua.

2 commenti:

  1. L'insalata di tua zia mi pare perfetta da preparare il 23... per quei giorni in cui faremo la fine dei polli arrosto (ahahahahahahahaha!). Me la sono stampata, è davvero nuova ed invitante, grazie!

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  2. Grazie Barbara, se è invitante è tutto merito della Emma... Mai invitante come le ricette che posti tu, comunque!
    Buona serata :)

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