giovedì 2 luglio 2009

Risotto con le vongole

La cucina del mio paese del pesce sa qualcosa giusto per sentito dire. Del resto, il mare dista parecchi chilometri, e l'unico cibo ittico che arrivasse era la temibile scapéce, razza fritta e conservata nell'aceto e zafferano, oppure il classico baccalà (da cui il detto 'u baccalà pure pesce è, ovvero "anche il baccalà è pesce", nel senso che pure piccole cose buone non sono da buttare via; il che mostra come i risparmiosi sanniti sono pure dei grandi saggi).
Ovviamente la zia Lella, nonostante sia cresciuta in mezzo alle colline, cucina qualunque pesce con somma maestria. La riprova è il suo risotto con vongole (cui in genere aggiunge un po' di seppia, un totanello o qualche gambero, perché più varietà c'è più è buono), di cui ho di recente mangiato una tripla porzione, e se ce ne fosse stata una quarta mi sarei spazzolata pure quella. E' semplice, buono da non dirsi, e se vi va di litigare un pochino con i fornelli è un'eccellente pietanza per una serata a due o in più di due. Ecco la ricetta da lei dettatami, e se manca qualche dettaglio ad uso dei neofiti non vi arrabbiate: la zia sono oltre settant'anni che cucina da dio, ed è da lunga pezza che ai dettagli non ci bada.

Ingredienti:
mezzo chilo di vongole ancora da sgusciare
300 grammi di riso
un paio di cucchiai d'olio
uno spicchio d'aglio
una manciata di prezzemolo
un po' di pepe
qualche gamberetto nel guscio

Preparazione:
lasciate le vongole per un'ora e passa in un bacile con dell'acqua salata in modo da fargli eliminare la sabbia, quindi lavatele bene e mettetele sul fuoco in un tegame (lettori livornesi, silenzio) con un paio di bicchieri d'acqua. Non appena si sono aperte spegnete il fuoco, mettetele da parte e filtrate l'acqua di cottura con un panno bianco (va sempre bene quel vecchio lenzuolo riattato per usi di cucina) in una ciotolina.
In una pentola mettete quindi l'olio, lo spicchio d'aglio, un par di gambi di prezzemolo e non appena l'olio si è scaldato aggiungete le vongole, un po' dell'acqua di cottura e un pizzico di pepe, tenendo il tutto a fuoco basso giacché, dice la zia, non è assolutamente opportuno far bollire.
Nel frattempo rosolate a parte i gamberi con un po' d'olio e tenete da parte il sughetto, che vi servirà a breve.
Nella pentola con le vongole buttate quindi il riso, fatelo insaporire per un paio di minuti e quindi aggiungete man mano l'acqua di cottura e il sughetto dei gamberi.
Non appena il riso è al dente spegnete il fuoco, mettete nel piatto di portata o nei piatti singoli, spruzzate di prezzemolo ben tritato, sistemate un paio di gamberetti ancora nel guscio su ciascun piatto (o radunateli tutti artisticamente al centro), date al tutto un pizzichino di pepe e portate in tavola.
E nel mentre che scucchiaiate vi direte che siamo d'accordo, 'u baccalà pure pesce è, ma il risotto con le vongole della zia Lella non lo batte davvero niente e nessuno.

2 commenti:

  1. Come preannunciato eccomi. Questa ricetta mi interessa tantissimo essendo una grandissima buongustaia di:
    - risotto
    - vongole
    - gamberi

    Insomma è la ricetta per me!! C'è una cosa che mi rimane oscura di questo risotto... Non c'è neanche un filo di burro? O di parmigiano? O di qualcosa che lo addensi e lo renda cremoso per capirci? Personalmente un pochino ce l'ho sempre messo nei risotti bianchi (anche quelli, in casa, sono mia esclusiva - mamma fa un risotto al ragù da urlo ma solo rosso, niente risotti bianchi da lei!). La cosa mi incuriosisce e mi attira tantissimo visto che evito quasi sempre i risotti proprio per questo (la perenne dieta... ). Ho già mostrato la ricetta alla mamy, che è la guardiana della mia linea e fa di tutto per non farmi esagerare con i grassi, e siamo già d'accordo che la proveremo!

    Ps. Quando vuoi scambiare ricette comunque fai un fischio: non me la cavo male! La mia specialità sono i dolci e le idee da aperitivi (per non cadere nelle solite tartine insomma)!

    Ciao ciao
    nim

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  2. Allora: no, il burro nel risotto con il pesce no. E il parmigiano no. Pietà. Ci sono dei piatti, tipo la tieddha, che nella ricetta originale chiedono semmai il pecorino, ma il parmigiano lasciamolo nei verdi pascoli dell'Emilia dove vien prodotto. Viene alquanto cremoso lo stesso, fidati, e assai saporito.

    Sullo scambio di ricette, che dire, attendo impaziente... :) Anzi, prima o poi si deve organizzare un workshop collettivo con i soliti noti (Dottor P, Giulia e così via), così ci si scatena ai fornelli in collettiva!

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