Dopo la débacle cucinaria di ieri non posso non pubblicare un capolavoro per controbilanciare: il capolavoro ovviamente non è mio, bensì della leggendaria zia Lella, la quale è una miniera inesauribile di ricette per tutte le stagioni, inclusa quella estiva che generalmente fa piangere qualunque cuoca all'idea di avvicinarsi al calore dei fornelli. Questo piatto ha l'indubbio vantaggio di non necessitare eccessiva sorveglianza durante la cottura, per cui almeno il problema della caldazza da cucina è risolto. Se poi aggiungiamo il dettaglio che, come si dice nella Capitale, "nun ze sa quant'è bbono", va da sé che è un cavallo di battaglia per qualunque serata in cui la temperatura si aggiri sui 30° (e anche quelle più fresche, se è per questo).
Ingredienti:
250 grammi di vitellone macinato
150 grammi circa di mollica di pane bagnata nel latte e strizzata
una manciata di prezzemolo ben tritato
uno spicchio di aglio tritato cui si sia tolto il germoglio interno
un cucchiaio di parmigiano
un uovo
una fetta di prosciutto cotto o mortadella
qualche pezzetto di scamorza
qualche dadino di verdura cotta dai colori vivaci (carote, fagiolini e piselli sono quelle che danno il risultato migliore e per la tinta e per la compattezza, ma nulla vieta di usarne altre)
Preparazione:
impastare per benino la carne, il pane, l'uovo, il prezzemolo e l'aglio, quindi spianate l'impasto su un tagliere facendogli assumere una forma rettangolare. Sul centro del rettangolo ponete quindi nel senso della lunghezza la fetta di prosciutto cotto, i pezzetti di scamorza e i dadini di verdura.
Arrotolate con destrezza in modo che la farcitura non scappi e fate assumere al tutto la forma di un salamotto.
Mettete quindi il polpettone in una pezzuola bianca abbastanza sottile (va benissimo un vecchio lenzuolo reimpiegato per usi di cucina) che legherete sopra e sotto, e ponetelo a bollire in una pentola che contenga acqua sufficiente a coprirlo. La bollitura deve durare una ventina di minuti, durante i quali potete farvi serenamente i fatti vostri tenendovi ben lontani dal fornello rovente (voi forse non ci patite, ma io ho un angolo cottura di un metro e mezzo per due metri circa e tutte le volte che cucino qualcosa in estate faccio la sauna).
Dopo i citati venti minuti spegnete il fuoco, togliete il polpettone dalla pentola e lasciatelo raffreddare (non fatevi prendere dalla fretta di toglierlo subito dalla tela e affettarlo, perché c'è il rischio concreto che si sbraghi e il risultato sarà che porterete in tavola un appetitoso ma poco estetico mucchio di macinato). Quando è a temperatura ambiente levate con garbo la pezzuola e tagliatelo a fette: la zia suggerisce di tagliare le fette di sbieco, perché vengono più carine e anche l'occhio vuole la sua parte.
Adagiate quindi le fette su un bel piatto su cui avrete messo insalatina mista, pomodori, carotine alla julienne, rapanelli a fette e qualunque verdura vi piaccia. Quindi compiacetevi del risultato.
Credetemi, vi metterà allegria al sol guardarlo.
E quando lo mangerete, ancora di più.
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