Questo piatto è legato nella mia memoria a un momento particolare, e per me è un simbolo della capacità di accogliere.
Il momento particolare era la perdita di una persona cara. Per cui, non è che fossi molto allegra, e ho ragione di supporre che non fosse particolarmente facile starmi vicino. E proprio in quel momento, come a volte succede quando ci si sente in un cul de sac, è successo qualcosa. Quel qualcosa è stato un invito di Marina.
Di Marina si potrebbero dire tante cose, e sarebbero così tante che questo post sarebbe lungo quanto una regia teatrale di Necrosius. Quindi sintetizzo dicendo che è una donna bellissima e, caso raro, lo è sia fuori che dentro. Ha una generosità istintiva che poche persone possono vantare. E sapendo come stavo, mi ha chiesto di raggiungerla al mare. "Io non ci sarò quasi mai perché devo lavorare, ma non fa niente: tu stai lì con i miei, se hai voglia chiacchieri con loro, sennò vai a passeggio, leggi un libro, stattene per fatti tuoi, insomma, fai quello che ti senti di fare."
Di quel soggiorno ricordo diverse cose. Fra le tante, una delle più vivide è una domenica in cui ho visto Marina arrivare in veranda con una pagnotta di pane raffermo e un sacchetto di pomodori maturi. "Oggi gazpacho", ha dichiarato molto matter-of-factly. E io sono rimasta a osservare lei, sua madre, sua cugina e sua nipote settenne impegnate insieme a prepararlo, quattro generazioni assieme. Sarà banale, ma è stato uno di quei momenti di cui, mentre ancora lo stai vivendo, già sai che anche a distanza di anni ti darà una sensazione di grande dolcezza.
Passando (finalmente, direte voi) a faccende di cucina, probabilmente molti osserveranno che la ricetta non è quella canonica, visto che il risultato è più simile a una zuppa che a una bevanda. Ma per quanto mi riguarda, questo è il gazpacho originale: sa di estate, di accoglienza, di calore a tavola, e quanto a bontà, quelli che ho assaggiato prima e dopo non gli si avvicinano manco un po'.
Le dosi sono calcolate più o meno a naso, in base alla memoria e alla disponibilità nel frigo: il risultato è una pietanza perfetta per una giornata estiva.
Ingredienti:
due etti circa di pane raffermo
una dozzina di pomodori
mezzo peperone rosso
un peperoncino verde dolce
una cipolla di Tropea di grandezza media
uno spicchio d'aglio senza il germoglio interno
un cucchiaio d'aceto
un cucchiaio d'olio
una presa di sale
Preparazione:
per prima cosa, mettete il pane a mollo in una scodella con acqua e il cucchiaio d'aceto, e lasciatelo a bagno finché non diventa morbido.
Spellate e levate i semi ai pomodori, tagliateli e metteteli in una scodella capace. Pulite il peperone rosso e quello verde da semi e filamenti, tagliateli a dadini e mettete anche loro nella scodella. Aggiungete quindi l'aglio in pezzettini e la cipolla tritata.
Con il frullatore a immersione riducete quindi il tutto in crema. Se non lo avete impiegate il frullatore normale, ma borbotterete parecchio al momento di pulirlo: questo non tanto a causa delle verdure, ma del passo successivo, ovvero l'aggiunta del pane.
Dopo averlo ben strizzato, il pane va aggiunto al frullato e il tutto va lungamente lavorato con il frullatore a immersione finché non è diventato una bella crema liscia e compatta.
A questo punto mettete il gazpacho in frigo, lasciatecelo per un paio d'ore, e tiratelo fuori al momento di andare a tavola.
Se volete decoratelo con fettine di cetriolo (io ne avevo uno alquanto malconcio, ma ha retto la prova) oppure con qualche listerella di peperone rosso.
Per inciso: se lo mangiate con una persona cui tenete ovviamente è molto più buono. Oppure basta pensarla.
E, nel mio caso, dirle ancora grazie.
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posso confermare che il gazpacho sopra descritto è strepitoso! e aggiungo che la nostra jessie ricetta è una donna meravigliosa con un'anima tanto grande quanto il suo ricettario. grazie per questo e per tutto.
RispondiEliminam.
Sono io che ti ringrazio... Mi hai fatto diventare più rossa del gazpacho.
RispondiEliminaAncora e ancora grazie a te.