Qualche sera fa Pilù mia (che per inciso, lo dico a uso dei lettori non abituali, è mia sorella ed è nota per il suo sbilenco stile di guida nonché per un altrettanto sbilenco sense of humour) ha ben pensato di omaggiare me e il compagno di casa e di vita con una graziosa pirofila monoporzione. "Mi dispiace, ma di materia prima era avanzata giusto questa, riuscirete a malapena ad avere un assaggio a testa. Quando arrivi a casa mettila direttamente nel forno per una ventina di minuti e fammi sapere."
Io ho seguito scrupolosamente le istruzioni, sfornando dopo venti minuti il tortino che aveva invaso la casa di un profumo da svenimento. A seguire si è svolto l'equivalente di un match di rubgy fra me e l'amato bene, che ci siano contesi fino all'ultimo chicco di riso impiegando quali armi le forchette e tutta una serie di occhiatacce ben assestate. Infine, mia sorella si è vista arrivare da parte mia un SMS con un chant da hooligan che ripeteva "RI-CE-TTA! RI-CE-TTA!"
Detta ricetta mi è giunta a stretto giro, con la notazione "mi stramalediranno in molti: ci vuole un'eternità e la cucina si riduce a una trincea". Non so se sia così, ma visto il risultato credetemi: ne vale la pena.
Lascio ora la parola a Pilù mia, riportando fedelmente quanto scritto da essa medesima: enjoy!
"Ecco una ricetta in doppia versione: quella delle feste e quella da tutti i giorni, con gli stessi ingredienti. A chi cucina la scelta fra l’una o l’altra, decidendo che anche un giorno qualsiasi può essere una festa, ma in questo caso si dovrà mettere in conto un’oretta in più per la preparazione.
Per la ricetta delle feste
Ingredienti (per 4 persone):
due bicchieri rasi di riso Carnaroli o Arborio
mezzo litro di besciamella (oppure due scatolette già pronte da 200 ml o una da 500 ml)
una scamorza affumicata
una grossa melanzana dalla quale si possano ricavare una decina di fette rotonde del diametro di circa 7-8 cm
120 grammi di prosciutto di Praga o prosciutto cotto arrosto o alle erbe, affettato non troppo sottile
parmigiano grattugiato in quantità
quattro magici cubetti di Pilù (nota di Jessie: se vi chiedete di che si tratta, sappiate che sono cosa benedetta nel caso tocchi fare un soffritto correndo come inseguiti dal drago, e di cui vi parlerò prossimamente) oppure due cucchiai di un trito finissimo di cipolla, carota e sedano
burro
pangrattato
sale
olio extravergine d’oliva
burro
mezzo cubetto di dado da brodo o una puntina di estratto di carne Liebig
peperoncino macinato e noce moscata, se piacciono
(consigliabile disporre di uno stampo da plumcake per una piacevole presentazione del timballo)
Preparazione:
lavate la melanzana, tagliatela a fette rotonde alte poco meno di un dito e sistemate le rondelle in una capace terrina, coprendole con acqua tiepida cui avrete aggiunto un buon cucchiaio di sale grosso, mescolando per farlo sciogliere. Mentre la melanzana perde l’amaro, lessate il riso (meglio se in una grossa casseruola antiaderente) aggiungendo all’acqua un po’ di sale e il dado o l’estratto di carne; va scolato quando è al dente.
Nel frattempo, se non vi siete già confusi tra melanzane e riso perdendo d’occhio il timer, sciacquate e asciugate con cura la scamorza, fatene una metà alla julienne con la grattugia apposita e tagliate l’altra metà a cubettini da circa mezzo cm di lato, servendovi di un tagliere; poi tagliate a striscioline le fette di prosciutto. Tenete da parte il tutto in una capace terrina (se vi sembra di aver già letto le ultime tre parole, avete ragione: la mia cucina, di solito, richiede molte capaci terrine).
A questo punto il riso sarà cotto: scolatelo, previo assaggio, e lasciatelo freddare nella pentola dopo averlo mantecato con abbondante parmigiano grattugiato, circa 250 ml di besciamella e una spolveratina di noce moscata.
Scolate con cura le melanzane e tamponate le fettine una per una con un canovaccio pulito, togliendo quanta più acqua possibile; tenete da parte le otto-dieci rondelle più grandi e tagliate le altre a cubetti. Mettete a scaldare l’olio in una grande padella, friggete le fette rotonde di melanzana (sono pronte quando cominciano a mostrare su ambo i lati delle chiazze marroncine) e poi lasciatele asciugare su un piatto con carta da cucina.
Nella stessa padella, da pulire con un altro po’ di carta da cucina per eliminare il resto dell’olio della frittura, rimettete altro olio senza lesinare troppo, fate disfare i magici cubetti o il trito e poi fate stufare i dadini di melanzana per una ventina di minuti a fuoco medio, girando di tanto in tanto per una cottura uniforme e aggiungendo eventualmente un po’ di peperoncino (proprio poco, se molto piccante).
Tranquilli, siete un pezzo avanti: riso mantecato che si fredda, scamorza e prosciutto tagliati, fette di melanzana che scolano, dadini di melanzana che cuociono. Allora prendete uno stampo da plumcake, ungetelo accuratamente con olio o burro e cospargetelo con abbondante pangrattato, gettando quello che resta nella padella con i dadini. Poi tamponate ancora le fette di melanzana con carta da cucina e rivestite il fondo dello stampo avendo cura di non lasciare spazi vuoti. Ora, lavorando il riso con le mani, ricoprite accuratamente tutta la superficie interna dello stampo con uno strato dello spessore di un dito abbondante, sempre senza lasciare buchi. Accendete intanto il forno a 220°C, o alla temperatura che sapete migliore per far fare la crosticina a pizze rustiche e sformati.
Intanto i dadini di melanzana dovrebbero essere cotti, cioè di un bel colore bruno-dorato: fateli freddare per una decina di minuti (intanto, che diamine, potreste pure apparecchiare) e poi mescolateli con cura alla scamorza e al prosciutto, aggiungendo circa 250 ml di besciamella, qualche fiocchetto di burro e una spolverata di parmigiano. Preparato così il ripieno del timballo, riempiteci con cura lo stampo pressando un po’ e arrivando a circa un dito dal bordo, e infine chiudete con il riso rimasto. Infornate e fate cuocere per una mezz’ora abbondante, o fino a quando si è formata una bella crosticina. Lasciate intiepidire, meglio se all’aperto in una serata fesca e ventosa, e poi sformate su un piatto rettangolare o su un tagliere (le fette rotonde di melanzana avranno formato un bel motivo a tovaglietta; se vi sembrano troppo unte, tamponate ancora con carta da cucina). Servite a fette passando a parte, se volete, besciamella calda e parmigiano.
Per la ricetta di tutti i giorni
Tutto o quasi come sopra, ma con la suddetta ora in meno di preparazione visto che non ci sono il passaggio obbligato nel forno e il successivo raffreddamento del timballo, a meno che non vogliate fare comunque un piccolo sformato (nel qual caso non dimenticate il solito passaggio burro-pangrattato per la teglia).
In breve, mescolate delicatamente a fuoco bassissimo in una grossa casseruola il riso mantecato, la scamorza a julienne (non i dadini, non si scioglierebbero), il prosciutto a striscioline, i cubetti di melanzana stufati e la besciamella, servendo subito con parmigiano a parte.
Per abbreviare i tempi, un trucco: preparate le melanzane il giorno prima tenendole in frigo sino al momento di adoperarle, e fate tagliare scamorza e prosciutto da qualcun altro. Quanto ad apparecchiare, svicolate elegantemente con la scusa di aprire il vino (Franciacorta o Valpolicella)."
Io e l'amato bene siamo astemi, sicché abbiamo sostituito il pregiato vinello con un boccione di cocacola. E prima che qualcuno di voi ululi dal ribrezzo, ribadisco che fu scelta saggia: perché il timballo è squisito sì, ma non esattamente leggerissimo, e un piccolo aiuto per la digestione è stato quantomai adatto all'uopo. Proprio per la sua natura, il capolavoro gastronomico di Pilù può offrirvi eccellente scusa, nel caso di ospiti, per servire in tavola esso solo con a seguire un'insalatina e uno a scelta fra i vostri dessert: farete felicissimi i vostri commensali, e sarete felicissimi anche voi perché i piatti e le terrine da lavare sono già così in misura bastevole per tramutarvi in Lisistrate della gastronomia.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Troppo godurioso! Dio, me ne mangerei adesso solo io tutta quella "piccolissima" pirofila! Ho già fatto un copia incolla e lo proverò prestissimo. Grazie a te e a Pilù per averlo postato...troppo buoooooooooooooooooooooono!
RispondiEliminaCara Barbara, godurioso è davvero il termine giusto! Solo al ripensare al sapore mi commuovo... L'unico problema è il tempo che ci si mette a farlo, ma magari si può coinvolgere nell'operazione il signor marito, fidanzato o compagno che dir si voglia: alla prospettiva di tanta bontà, sarebbe disposto a dare una mano anche il masculo più pigro :D
RispondiEliminaIn effetti un giorno di festa sembra essere necessario, tutto intero, per la preparazione ma, lunga o meno che sia, ho l'acquolina in bocca al solo pensiero...
RispondiEliminaMuni
Naaah! Non ci vuole un giorno intero, solo un tre ore. Non calcolo ovviamente nelle succitate il tempo che ci vuole a riordinare la cucina ridotta a una trincea. Però, davvero, ne vale la pena :)
RispondiElimina